Denunciato falso medico cinese che praticava massaggi e agopuntura

Si faceva pagare 200 euro a seduta, ma non aveva l’abilitazione professionale richiesta in Italia.

Così, un cinese che praticava agopuntura e faceva massaggi è stato denunciato dalla Guardia di Finanza per esercizio abusivo della professione. L’uomo, che operava a Lugo (Ravenna) e che risultava diplomato solo come “massaggiatore massofisoterapista”, si faceva chiamare dottore dai suoi clienti, ma in realtà tale titolo non corrisponde a quello di medico riconosciuto nel nostro Paese dopo una laurea in Medicina e Chirurgia.

Tra i clienti del cinese c’erano in gran parte mogli di avvocati, notai, imprenditori e professionisti che si sottoponevano nel suo studio, in provincia di Ravenna, a sedute di agopuntura da 200 euro l’una. C’era anche la possibilità di comprare dei pacchetti “speciali” di 10 visite al prezzo di 1.500 euro.

 La scoperta è avvenuta nell’ambito di una normale verifica fiscale. All’interno dello studio e dell’abitazione del cinese sono state rinvenute scatole di cartone con aghi per agopuntura, 125 confezioni di prodotti cinesi con indicazioni in lingua cinese, 11 porta cerotti per digitopressione (sostitutivi all’agopuntura), due martelletti “sette stelle” composti appunto da sette aghi, un manichino in gomma del sistema nervoso per individuare i punti esatti da stimolare, e infine “sigari moxa” per riscaldare i punti di agopuntura.

L’agopuntura è una tecnica terapeutica non convenzionale, che si prefigge di promuovere la salute ed il benessere, mediante l’inserimento di aghi in particolari punti del corpo, eseguita da personale appositamente preparato. E’ una terapia invasiva che, oltre all’effetto tipico ipnotico e anestetico che provoca sul paziente, è esposta ad una serie di rischi collegati ad un intervento di tale natura.
In Italia possono praticare l’agopuntura solo medici e veterinari laureati. Chi la pratica senza questo requisito commette un atto illegale, punibile penalmente (sentenza della Corte di Cassazione, 2003).

Adriana Ruggeri