150 anni d’Italia, Napolitano: Portare rispetto, senza idoleggiare il passato

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è ritornato oggi sulla diatriba riguardo alla celebrazione ufficiale – con tanto di festa nazionale – della ricorrenza dei 150 anni dall’unità d’Italia, avvenuta il 17 marzo 1861.

La questione è stata negli scorsi giorni al centro di numerose polemiche che hanno coinvolto i diversi schieramenti politici, attualmente presenti in Parlamento, e che ha anche aperto una piccola crisi all’interno della maggioranza di governo.  La Lega Nord, infatti, non ha fatto mistero di non essere d’accordo con l’istituzione della festività, peraltro ufficializzata tramite un decreto approvato dal Consiglio dei Ministri.

A tal riguardo il titolare del dicastero per la Semplificazione Normativa e noto esponente leghista, Roberto Calderoli, si era espresso così: «Fare un decreto legge per istituire la festività del 17 marzo un decreto legge privo di copertura in un Paese che ha il primo debito pubblico europeo e il terzo a livello mondiale e in più farlo in un momento di crisi economica internazionale è pura follia. Ed è anche incostituzionale».

Oggi è stata la volta di Napolitano che partecipando a un incontro dal titolo «La lingua italiana fattore portante dell’identità nazionale», tenutosi al Quirinale, ha cercato di richiamare tutte le parti in causa, rinnovando un invito a rispettare l’evento.

Il presidente della Repubblica ha detto: «Dobbiamo celebrare con serietà il nostro centocinquantenario. È proprio questo che conta. Senza idoleggiare il retaggio del passato e senza idealizzare il presente, come abbiamo fatto oggi».

Poi una riflessione sull’attualità: «Dobbiamo essere seriamente consapevoli del duro sforzo complessivo da affrontare per rinnovare, contro ogni rischio di deriva, il ruolo che l’Italia è chiamata a svolgere in una fase critica e insieme ricca di promesse di evoluzione della civiltà europea e mondiale».

S. O.