Modà: il successo su iTunes e l’embargo di Radio Rai

LA ROCK BAND SBANCA LE CLASSIFICHE, MA RADIO RAI NON TRASMETTE IL BRANO “ARRIVERÀ”

Soddisfazioni e delusioni per i Modà, in questi giorni che seguono il Festival dei fiori che gli ha resi definitivamente noti al grande pubblico. Dopo essersi piazzati secondi a Sanremo nella sezione Big, insieme alla Emma Marrone “made in Maria De Filippi”, i Modà avevano riscosso anche notevoli consensi su iTunes store: il loro brano Arriverà si è infatti piazzato subito al primo posto nella classifica dei singoli più scaricati. Stesso discorso per il loro album, Viva i romantici, che – sempre sulla piattaforma iTunes – ha battuto tutti i concorrenti, precedendo in classifica l’esordio di un altro giovane proveniente da Sanremo, Reality and Fantasy di Raphael Gualazzi, piazzatosi secondo. Infine, il videoclip ufficiale del loro brano sanremese si avvia verso i 3 milioni di visualizzazioni sul loro canale ufficiale di Youtube. Ma allora dove sono le delusioni?

Un fantasma si aggira nei corridoi di Radio Rai, quello dei Modà. Nonostante il secondo posto al Festival di Sanremo la Rai ha ignorato il brano Arriverà“. A lanciare questa accusa (in rima, peraltro) è Ultrasuoni, l’etichetta nata dall’unione di Rtl, Rds e Radio Italia, che produce il nuovo lavoro della band. In effetti il brano, che nelle altre radio – per una serie di ovvie ragioni – gira in heavy rotation, sulla Rai sembra bellamente ignorato. “I Modà? Li apprezziamo – è stata la replica del direttore di Radio2, Flavio Mucciante, ai microfoni dell’Ansa – ma il loro prodotto non è in linea con il suono e le scelte musicali della nostra radio per quanto riguarda la cosiddetta playlist”.

L’embargo di Radio Rai, e in particolare di Radio2, non è certo piacevole per un gruppo emergente, visto che si tratta di una delle emittenti radiofoniche più apprezzate del nostro paese. In effetti tutta la critica specializzata non c’è andata leggera con i Modà, definendoli più volte dei semi-cloni dei Negramaro (così, ad esempio, Gino Castaldo su Repubblica). Resta da chiedersi però se le ragioni di Radio Rai siano esclusivamente artistiche, come dichiarato apertamente da Mucciante, o non ci sia dell’altro. In fondo da una parte c’è un’etichetta discografica nata dallo sforzo congiunto di alcune emittenti radiofoniche mainstream, e dall’altra c’è la più quotata radio del servizio pubblico. Che sotto questo embargo si nasconda una dissimulata battaglia radiofonica?

Roberto Del Bove