Libia, vertice Onu tra Usa e Ue. Obama: “Violenze inaccattabili”

Washington, 24 febbraio. È in programma per lunedì 28 febbraio a Ginevra un vertice delle Nazioni Unite tra Stati Uniti e Unione Europea. Tema centrale dell’incontro sarà la questione dei diritti umani in Libia. “Si terranno consultazioni – ha dichiarato il presidente statunitense Barack Obama – per parlare con una sola voce al governo e al popolo libico”. Infatti, secondo l’amministrazione americana, ci sono molteplici strade che possono essere intraprese, ma è necessario un intervento in Libia. Condanniamo fortemente l’uso della violenza in Libia – ha aggiunto Obama – Il bagno di sangue è mostruoso, ed è inaccettabile. Queste azioni violano le norme internazionali e ogni standard di normale decenza: i diritti umani non sono negoziabili”. Jose Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea ha assicurato che sarà possibile mobilitare risorse d’urgenza per fare fronte alla crisi libica.

I manifestanti anti-regime hanno intanto annunciato una nuova manifestazione che si terrà venerdì 25 febbraio a Tripoli. A riferire la notizia è il quotidiano statunitense “New York Times”, il quale cita fonti locali. “C’è un messaggio di testo che è stato recapitato su tutti i telefoni cellulari in Libia e che proclama una protesta generale per domani” ha raccontato un testimone da Tripoli chiedendo di rimanere anonimo.

Il presidente libico Muammar Gheddafi, dal canto suo, ha inviato le sue truppe per difendere la capitale. Migliaia di mercenari africani addestrati nel corso degli anni e gli eserciti fedeli ai figli di Gheddafi, alla sua tribù o ai suoi alleati sono stati radunati affinché possano fronteggiare efficacemente nuove rivolte.

Fonti del NYT riferiscono inoltre che la forte presenza dei militari è palese. “Sembra la Somalia” ha riferito laconicamente un testimone. Posti di blocco nelle strade principali e militari in borghese è lo scenario che si delinea a Tripoli. Le autorità sono disseminate capillarmente su tutto il territorio libico e, riferisce un residente della capitale, “chiedono non solo i documenti, ma anche di dimostrare il proprio sostegno a Gheddafi, altrimenti sono guai”. Un clima di difficile sopravvivenza che necessita l’intervento di forze estere per cambiare lo status quo.

Emanuele Ballacci