Tripoli, 26 febbraio. “C’è un immenso divario tra la realtà e i fatti raccontati dai media” lo ha detto Saif al-Islam Gheddafi, 39 anni, figlio del leader libico. “Nel sud regna la calma, così come a ovest e nel centro della Libia. Anche nella parte orientale è tutto sotto controllo” ha poi aggiunto. Gheddafi jr. ha riferito di un clima sereno sul territorio libico, smentendo l’esistenza di attacchi deliberati dei militari contro i civili e motivando con ‘problemi di comunicazione’ le dimissioni di esponenti del governo dello stato nord-africano.
È iniziata la guerra, anche solo verbale, con gli Usa. Saif ha risposto in modo laconico alla richiesta del presidente statunitense Barack Obama per le dimissioni del Colonnello Gheddafi: “Ciò che accade in Libia non deve interessare gli Stati Uniti, anche perché non sono loro la soluzione ai nostri problemi”. Chiaro e deciso, Gheddafi jr. resta fedele al suo Paese, opponendosi ad eventuali intromissioni estere.
Proteste e repressioni sarebbero solo leggende raccontate dai media, le quali hanno prodotto un impatto negativo sull’opinione pubblica del Paese. Incalzato dalle domande di un giornalista, Saif ha infatti smentito che possano esserci stati attacchi contro i civili, spiegando che non esiste alcuna prova di offensive o di bombe lanciate sulla popolazione. Le dimissioni di membri dell’esecutivo libico, in seguito alle stragi raccontate da tv e giornali stranieri, sarebbero da imputarsi a “difetti di comunicazione”. Secondo Saif, “una potente e organizzata strumentalizzazione mediatica” avrebbe inciso sulle sorti del governo.
La famiglia Gheddafi non possiederebbe denaro custodito in banche straniere. In merito alla richiesta Usa di congelare i beni esteri della famiglia Gheddafi, Saif ha infine risposto così: “Prima di tutto, noi non abbiamo i soldi depositati all’estero. Siamo una famiglia molto modesta e tutti lo sanno. Ci viene da ridere quando [i media, ndr] affermano che i nostri averi siano in Europa o in Svizzera”.
Laureatosi in Economia a Londra, Saif al-Islam Gheddafi è sempre stato promotore della Libia come regina dell’Africa in ragione del suo enorme potenziale demografico ed economico. Come riporta il quotidiano statunitense “New York Times”, l’economista libico, nel febbraio dello scorso anno, aveva assicurato che “la Libia sarebbe potuta diventare la Dubai dell’Africa settentrionale”. A distanza di dodici mesi, le cose appaiano completamente mutate. “Alcuni affari sono andati male – ha concluso Saif – siamo in una situazione difficile”.
Un discorso che va totalmente controcorrente rispetto alle parole e alle immagini raccontate da tv e giornali. È difficile immaginare che non ci sia niente di vero in ciò che viene mostrato e, allo stesso tempo, sembra incredibile il modo in cui Saif al-Islam difenda a spada tratta l’operato e il regime del padre. Una descrizione fin troppo rosea che non rispecchia la realtà. L’unico scopo di tali affermazione è quello di mantenere un briciolo di legittimità per la famiglia Gheddafi all’interno dello stato.
Emanuele Ballacci