Morte Yara Gambirasio: giorni e mesi ricorrono da Avetrana?

27 febbraio. Ieri nel pomeriggio il tragico ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, la 13enne scomparda da Brembate Sopra il 26 novembre scorso. A scoprire il cadavere alcuni appassionati di aeromodellismo. In un campo tra Madone e Chignolo d’Isola, ad appena una decina di chilometri dalla casa della ragazzina e a quanto pare piuttosto frequentato, si è così concluso un drammatico mistero.

Brembate, così come il resto d’Italia, fino a ieri pomeriggio ha sperato che Yara fosse ancora viva. Poi la rassegnazione. Il ritrovamento ha però destato più di un dubbio. Il luogo in cui è stato casualmente scoperto il cadavere, secondo i residenti, non è isolato. Cacciatori, contadini, persone che vanno a correre o portano a spasso il cane, transitano quotidianamente a pochi metri dal luogo in cui è stato scoperto il cadavere. Come ha fatto quindi il corpo a rimanere in quel posto per ben tre mesi senza che nessuno se ne accorgesse?

Di più, la zona è stata battuta da militari e volontari, a piedi, palmo a palmo, e per chissà quante volte. Quasi impensabile che nessuno di loro abbia scoperto il corpo di Yara. L’ipotesi è quindi quella che qualcuno l’abbia portato lì di recente tenendolo nascosto per tutto questo tempo, per poi liberarsene in un giorno drammaticamente preciso, il 26 febbraio.

Può essere un caso, ma alcune corrispondenze sembrano innegabili. 26 novembre Yara viene rapita, 26 febbraio viene ritrovato il corpo, a tre mesi di distanza. Il 26 agosto, esattamente tre mesi prima, del rapimento di Yara, si perdevano le tracce di Sarah Scazzi.

Anche lei adolescente, anche lei scomparsa durante un breve tragitto vicino a casa. Le analogie farebbero pensare a qualcuno che abbia voluto riprodurre, in modo tragicamente macabro, l’omicidio di Sarah.

E di similitudini ce ne potrebbero essere altre. Il ritrovamento del corpo, ad esempio. Nel caso di Avetrana, al pozzo in cui Sarah era stata sepolta ci si è arrivati grazie a Michele Misseri, accusato di omicidio e di occultamento di cadavere, tutt’ora non è comunque chiaro se sia stato lui o meno ad uccidere la nipote. Nel caso di Yara i dubbi rispetto alla difficoltà di non accorgersi della presenza del corpo per tutto questo tempo nel posto dove è stato ritrovato, hanno fatto subito pensare all’ipotesi che qualcuno abbia volutamente “guidato” la scoperta, così come appunto aveva fatto Michele Misseri, una quarantina di giorni dopo la scomparsa di Sarah Scazzi, anche se in quel caso si era trattato di una disperata confessione.

Prima delle indicazioni di Misseri ad Avetrana, gli inquirenti indagavano a 360 gradi, così fino a ieri mattina stava avvenendo per Yara Gambirasio. E ancora, non avendo la certezza della colpevolezza di di Michele Misseri, è ipotizzabile un’ulteriore corrispondenza tra Brembate ed Avetrana. Se il cadavere di Sarah non è stato fatto ritrovare dall’assassino, un’identica situazione potrebbe essersi verificata per Yara.

Gli inquirenti hanno sentito diversi testimoni, sequestrato i filmati delle telecamere di controllo di aziende vicine, qualcuno sostiene di aver visto una macchina sfrecciare ad enorme velocità poco tempo prima del ritrovamento del corpo di Yara. Alla prova dei fatti però, ammesso che il cadavere sia stato “scaricato” nel campo nei pressi di Chignolo d’isola in un secondo momento, non è detto che  sia stato proprio l’assassino della 13enne a portarcelo. Non è quindi detto che il ritrovamento del cadavere si avvenuto per volontà dello stesso assassino.

A rigor di logica, esisterebbero quindi, oltre a giorni e mesi ( il 26, agosto-novembre-febbraio, i due intervalli  di tre mesi esatti tra la scomparsa di Sarah, quella di Yara e il ritrovamento del corpo di quest’ultima), anche altre corrispondenze, ovviamente tutte da verificare, che porterebbero a pensare ad una sorta di riproduzione “personalizzata” dell’omicidio di Sarah Scazzi.

A.S.