Non si esclude l’uso della forza da parte italiana contro il colonnello Gheddafi per riconsegnare la pace al territorio libico, ma per fare ciò è necessario ”uno sforzo corale da parte di tutti”. E’ quanto dichiara il ministro degli Esteri Franco Frattini in un’intervista a ‘Il Messaggero’.
Il ”nostro ‘Gheddafi deve andare via”’, sottolinea Frattini. Il Ministro, nel tentativo di respingere le accuse di quanti rimproverano all’Italia un certo ritardo nella condanna del dittatore libico, spiega che il nostro intervento ”arriva quando abbiamo visto Gheddafi sparare sulla folla. Non spetta alla comunità internazionale, né a Bruxelles, né a Washington, decidere chi deve andarsene e chi deve restare. Non l’abbiamo fatto con Mubarak e non l’abbiamo fatto con Bel Alì – ricorda Frattini -, oggi lo facciamo con Gheddafi perché ha cominciato a uccidere la sua gente assoldando perfino dei mercenari”.
Le sanzioni decise dall’Onu sono, rileva il Ministro, ”un messaggio: ora l’isolamento internazionale è assoluto. L’Onu ha deciso all’unanimità, c’è stato il sì di Cina e Russia e perfino Chavez ha preso le distanze. Ma andrebbe decisa anche la no fly zone”. Una misura, questa, che inevitabilmente comporterebbe un’automatica risposta militare se non dovesse essere rispettata, per cui – avverte Frattini – ”è necessaria una riflessione approfondita. Tant’è che il consiglio di sicurezza dell’Onu ieri non ha deciso di applicarla. Servono caccia da guerra ed elicotteri che la facciano rispettare, occorrono precise regole d’ingaggio”.
Nei Balcani però, ricorda il titolare della Farnesina – una misura del genere ”dette risultati importanti, impedì ai caccia di Milosevic di colpire popolazioni inermi. E credo che avrebbe successo anche in Libia, perché eviterebbe i bombardamenti in Cirenaica e nelle zone sottratte al controllo del regime di Gheddafi. Insomma, l’utilità è indubbia. Ma bisogna essere consapevoli – continua il Ministro – che è una misura che poi va fatta rispettare. Non c’è niente di peggio che adottare la no fly zone e poi vedere gli aerei di Gheddafi che vanno a bombardare sfidando la comunità internazionale. Ma, ripeto, è una decisione che darebbe un contributo importante anche di effettività. E’ una misura che morde, per usare una espressione un po’ brutale”.
Quanto all’utilizzo delle basi italiane, Frattini si limita a dire che ”bisogna discuterne”, perché “nessuno ce l’ha mai chiesto. E il fatto che nessuno ne abbia mai parlato è significativo, vuol dire che c’è la consapevolezza che ci vorrebbe uno sforzo corale e non un solo Paese disponibile. Ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilita”’.
Raffaele Emiliano