Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, invita ad una maggiore sobrietà e delicatezza.
Ci si riferisce, soprattutto, al caso di Yara Gambirasio: sabato scorso è stato ritrovato il cadavere della tredicenne scomparsa a novembre da Brembate di Sopra, da quel pomeriggio sono stati trasmessi innumerevoli talk e speciali sul caso.
Secondo alcune fonti, Masi avrebbe chiamato tutti i direttori di rete per invitarli ad una maggiore attenzione e cura nei confronti del Codice Tv e Minori, soprattutto in merito alla fascia protetta.
Un tentativo di preservare i minori dall’ascolto e dalla visione di immagini talvolta crude.
Il caso di Yara Gambirasio aveva avuto uno stop forzato dalla stessa famiglia: già fortemente discreta nei confronti delle telecamere, Maura e Fulvio, genitori della ragazzina, chiesero il silenzio stampa, a due mesi dalla scomparsa.
Stessa sorte non toccò al caso di Sarah Scazzi: la quindicenne di Avetrana uccisa il 26 agosto è stata oggetto di numerosi speciali tv e approfondimenti, un metodo di trattare la tragedia definito, da molti, morboso.
Termini quali orco, delitto, violenza sessuale, stupro, in contesti familiari, come nel caso della Scazzi, o richiamando alla memoria eventuali rumeni rapitori di ragazzine o sette sataniche, sono entrati con una certa quotidianità nel palinsesto tv, sia per le emittenti commerciali, sia per i canali di Stato.
Una spettacolarizzazione del caso di cronaca che partì, nove anni fa, con il delitto di Cogne, il piccolo Samuele e Annamaria Franzoni, passando per l’omicidio di Garlasco.
Molte le trasmissioni dedicate a questo genere di episodi cruenti, da Matrix, per le reti Mediaset, a Porta a Porta, ma il proliferare di talk pomeridiani ha spinto il direttore della Rai a prendere provvedimenti.
Si invita, pertanto, ad una “particolare attenzione al rispetto del codice nei programmi di intrattenimento, informazione e infotainment che in vanno in onda in fascia protetta”, dal mattino alle 22,30.
Carmine Della Pia