Yara, il mistero della sim: dimenticanza o sfida?

Gli enigmi attorno alla morte di Yara Gambirasio, la tredicenne ritrovata lo scorso 26 febbraio in un campo semi abbandonato a Chignolo d’Isola, paesino bergamasco distante appena dieci chilometri da Brembate di Sopra, il comune dove la giovane abitava e da cui scomparve nel tardo pomeriggio del 26 novembre, sono tanti.

Se da qualche ora circola l’indiscrezione secondo cui gli investigatori sarebbero propensi a interpretare il delitto come l‘opera di un omicida disorganizzato che avrebbe agito in preda alla follia, scaturita dalla resistenza opposta da Yara a un probabile tentativo di approccio sessuale, sono parecchi gli elementi che, a chi segue le vicende dall’esterno, sembrerebbero tuttavia non quadrare.

Innanzitutto, l’idea che la ragazzina possa essere stata ferita tramite un oggetto tagliente mentre era semi svestita, per poi essere successivamente strangolata, pare traballare nel momento in cui si parta dal presupposto che l’assassino non fosse preparato all’eventualità: non si capirebbe sennò il perché dell’arma che aveva con sé, ma anche la cura – e ammettendo sempre che sia stata per lui il primo omicidio – e la pazienza con cui avrebbe rimesso gli indumenti al loro posto.

Ma non è solo questo ciò che appare strano.

Un altro particolare che inquieta è quello riguardante il ritrovamento, all’interno della tasca del giubbotto, della scheda sim del cellulare della giovane ginnasta.

Partendo sempre dall’idea che l’omicida sia stato il primo a essere sorpreso dal macabro epilogo della vicenda, sembrerebbe poco spiegabile il fatto che si sia premurato di portare con sé il corpo del telefono, mentre abbia lasciato la batteria e la scheda dentro l’indumento.

Una dimenticanza dovuta alla fretta di lasciare il luogo del delitto oppure una scelta precisa, quasi a voler sfidare gli inquirenti?

Un orco a cui è sfuggita di mano la propria morbosità o una mente più lucida di quanto non si pensi, qualcuno che sapeva cosa stava per fare. Dall’inizio sino alla fine.

S. O.