La situazione nell’isola di Lampedusa rischia di esplodere. Dopo le manifestazioni di solidarietà tributate dai cittadini ai tanti profughi scappati ai regimi dei loro Paesi, i lampedusani iniziano a tradire segni di sfinimento. Nelle scorse ore un gruppo di isolani ha, infatti, tentato di ostacolare l’approdo di una motovedetta della Guardia di Finanza che aveva recuperato a largo dell’isola un barcone con 116 immigrati.
Non solo: i residenti dell’isola hanno manifestato forte dissenso anche per la “militarizzazione” del territorio, ormai invaso dalle divise e dai presidi allestiti per segnalare eventuali nuovi arrivi. “La situazione nel centro di Lampedusa – ha dichiarato Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato per i rifugiati Onu – sta diventando insostenibile e la gestione dell’accoglienza sempre più difficile visto l’elevatissimo numero di migranti ospitati all’interno della struttura che ha una capienza di 850 persone e al momento ne contiene circa 2.600. Molti migranti – ha continuato la Boldrini – non hanno neanche un riparo per la notte e sono costretti a rimanere negli spazi esterni”.
Da qui la richiesta: “Con altri avvistamenti – ha ripreso la portavoce dell’Onu – si rende indispensabile trasferire i migranti in altre strutture fuori dall’isola anche per non alzare ulteriormente la tensione che è già a livelli di guardia. E’ importante predisporre e finalizzare piani di intervento e ulteriori accoglienze sul territorio italiano, così come è essenziale – ha concluso – che il centro di Lampedusa rimanga un luogo di prima soccorso e transito”.
E a impensierire i lampedusani sono anche le notizie (in continuo aggiornamento) delle misure ipotizzate dai Paesi europei per fronteggiare la linea dura di Gheddafi in Libia. “Il governo nazionale sia prudente con le parole verso il dittatore Gheddafi – ha tagliato corto il sindaco dell’isola, Bernardino de Rubeis – perché noi l’esperienza di un missile lanciato verso Lampedusa l’abbiamo già avuta”.
“Caro Gheddafi stavolta non sbagliare il colpo, prendici in pieno così finiremo di soffrire”: è invece il messaggio che si legge su un cartello ironico affisso a Lampedusa dal Comitato spontaneo dei pescatori, sfiniti dall’impossibilità di lavorare serenamente ormai da troppo tempo.
Maria Saporito