Parmalat, Lactalis pronta ad aprire ad altri soci

Il Governo ha approvato ieri venerdì 25 marzo un decreto “anti scalate straniere” che potrebbe far slittare dal 14 aprile a fino giugno l’assemblea di Parmalat, dando così più tempo a un eventuale cordata italiana per organizzarsi e preparare una contromossa ai transalpini.
Il decreto è stato pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore a partire da domani 27 marzo. Il provvedimento, intitolato “Misure urgenti per garantire l’ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali” consente di spostare la date delle assemblee societarie, anche se già convocate, fino alla fine di giugno e riguarda anche il caso Parmalat.

Le condizioni per l’ingresso. Nello spiraglio apertosi in seguito al provvedimento si sono inseriti i due protagonisti di una possibile cordata italiana che consentirebbe all’azienda di Collecchio di restare in Italia, vale a dire il gruppo alimentare Ferrero e Intesa Sanpaolo, cui toccherebbe garantire sostegno finanziaria alla società piemontese.
Ieri Corrado Passera, Ad di Intesa, è uscito allo scoperto, dopo le indiscrezione dei giorni scorsi: “Ferrero potrebbe essere interessato a un progetto industriale di lungo periodo, è uno dei presupposti cui stiamo lavorando ma non è il solo. E se ci sono progetti industriali seri, trovare crediti e supporti finanziari non è un problema”.
Dalla Ferrero, allo stesso tempo, trapelano le tre condizioni per l’ingresso del gruppo nel capitale di Parmalat, cioè che sia di stampo italiano, che sia un progetto industriale e che sia di lungo termine.

La posizione di Lactalis. Dalla stampa francese, però, si apprende che Lactalis starebbe aprendo ad altri soci. Secondo il quotidiano transalpino Les Echos, Giovanni Ferrero, numero uno del gruppo piemontese, e Emmanuel Besnier, patron di Lactalis, si sarebbero già visti a Parigi martedì scorso e secondo “starebbero pensando alla creazione di una holding di controllo di cui sarebbero gli azionisti”. Un’operazione – sempre secondo il quotidiano – cui parteciperebbe, oltre a Intesa, anche Granarolo, Mediobanca e, forse Unicredit.
Lactalis, attraverso il suo numero uno in Italia, Mario Sala, ha anche commentato la condotta dell’Esecutivo italiano, ricordando che “è scorretto cambiare le regole in corsa”, che “Lactalis vuole salvaguardare gli asset produttivi senza nessun intento speculativo” e che “è pronta a valutare progetti interessanti”. E in merito all’italianità, Sala ha tenuto a sottolineare che Lactalis Italia, il cui marchio più importante è Galbani, acquista più latte italiano di quanto non faccia oggi Parmalat.

L’italianità e le regole. Anche il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia sembrerebbe auspicarsi che Parmalat resti italiana: “Se ci sarà una soluzione italiana saremo molto felici, ed in questo senso siamo pronti ad aiutare”. Ma non risparmia critiche al Governo per il suo intervento protezionistico: “Le regole non possono essere cambiate in corso d’opera, tutto sommato l’attrazione degli investimenti esteri è un fatto positivo”
Molto più critico il segretario del Pd, Pierluigi Bersani: “Non possiamo svegliarci quando i buoi sono usciti dalla stalla. Mi auguro che ci sia una risposta italiana, ma ci potevamo svegliare prima. C’è stata un’incuria del sistema di cui dovremo vergognarci”.

Eni smentisce progetti per Edison. In merito all’altra grande e tanto temuta acquisizione di matrice transalpina in Italia, l’affare Edf-Edison, l’Eni ha smentito i rumors su un progetto concreto già in cantiere per rilevare quote della società con sede a Foro Buonaparte.
”In relazione ad alcune indiscrezioni di stampa riguardanti il presunto interesse di Eni per alcuni asset della società franco-italiana Edison, precisiamo che il tema non è in agenda e che non è nemmeno presente nel nostro piano strategico 2011-2014, recentemente approvato e presentato ai mercati”, ha dichiarato dal portavoce del gruppo, Gianni Di Giovanni, a proposito delle indiscrezioni che vorrebbero il cane a sei zampe già in campo, su spinta del Governo, per evitare che Edison diventi francese.

Marco Notari