Caso Ruby: Con 314 voti a 302 la Camera vota sì al conflitto di attribuzione

Montecitorio – La Camera dice sì al conflitto di attribuzione sul reato di concussione, nell’ambito del Ruby Gate. Finisce 314 a 302 per la maggioranza. Intanto fuori dall’aula manifesta il Popolo Viola in attesa del sit in organizzato dal Pd e dall’Idv.

Conflitto di attribuzione – Con 314 sì l’aula di Montecitorio tenta di sottrarre il premier ai giudici ordinari della Procura di Milano a favore del Tribunale dei Ministri. Ma i famosi 330 voti di cui parlava Berlusconi nei giorni scorsi restano ancora una fantasia.
Record di Ministri in aula, i banchi del governo, dove tra gli altri siedono Umberto Bossi, Giulio Tremonti, Angelino Alfano e Franco Fattini, sono al gran completo. In aula è arrivato anche Alfredo Mantovano, che nei giorni scorsi ha annunciato le sue dimissioni da sottosegretario all’Interno, in polemica per la gestione dell’emergenza immigrati e l’invio massiccio di tunisini a Manduria. Mantovano si è seduto, non ai banchi del governo, ma al tavolo dei relatori, come un semplice deputato.
Berlusconi intanto attacca nuovamente la magistratura: “Contro di me è in atto un vero brigatismo giudiziario“.
Ora sarà la Consulta a decidere a chi affidare le carte processuali per il reato di concussione, se al Tribunale dei Ministri o alla Procura di Milano.

L’opposizione all’attacco – Proteste dall’opposizione contro la votazione odierna, nei giorni in cui sono ben altri i problemi di cui il governo dovrebbe occuparsi.
Non discutiamo di Libia o dei problemi del Paese ma dei casi giudiziari del presidente del Consiglio: questa vergogna pesa sul Parlamento e sul Paese. Mai ho visto una classe dirigente che ha usato il Parlamento per difendersi davanti alla magistratura“, dice Giorgio La Malfa del gruppo Misto.
Siamo alla rapsodia ansiogena della maggioranza e alla strategia dei legulei del premier che seguono il sogno di ogni avvocato: cambiare le leggi sfavorevoli al loro assistito“. Lo ha detto nell’Aula della Camera Pino Pisicchio dell’Api. “Si mira a un solo risultato: sottrarre il premier al suo giudice naturale. Per questo votiamo no al conflitto di attribuzioni“.
Di Pietro: “Mentre il mondo è alle prese con un disastro nucleare, l’Italia partecipa a una guerra in corso, le piazze sono piene di disperati, 4 milioni di italiani sotto la soglia di povertà e il 30 per cento della popolazione giovanile è senza futuro, rispetto a tutto questo c’è ancora una giornata di ordinaria follia in Parlamento. Anche oggi, come domani, come tutta la settimana siamo costretti a occuparci solo dei processi del premier, che ha scelto di fare politica solo per allontanarsi dalle aule dei

Matteo Oliviero