Bologna – I risultati di un’inchiesta condotta dalla Digos di Bologna e dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos) ha portato la Procura del capoluogo emiliano a ratificare dodici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti legati agli ambienti anarchici e ritenuti responsabili di diversi attentati incendiari che hanno riguardato la città delle Due Torri nelle ultime settimane. Impegnati sul campo, in queste ore, circa trecento uomini della polizia. Gli anarco-insurrezionalisti farebbero tutti parte del circolo ‘Fuoriluogo‘, situato in via San Vitale, 80. Nel frattempo altre operazioni condotte dalle forze dell’ordine sono in corso di svolgimento in altre città italiane.
Gli attentati contro le sedi Ibm ed Eni – Ad allarmare le forze dell’ordine a Bologna sono stati le esplosioni che a distanza di pochi giorni hanno riportato nel capoluogo emiliano la memoria del terrorismo, mai completamente archiviata. Nella notte tra il 25 e il 26 marzo scorso, presso la sede dell’Ibm a Bologna in via Martin Luther King, è stato appiccato un incendio e i carabinieri, accorsi sul posto quando le fiamme erano già state domate, hanno trovato, scritta con vernice verde, la sigla Elf che potrebbe richiamare il movimento ambientalista internazionale Earth Liberation Front. La notte del 29 marzo, invece, a essere colpita è stata la sede dell’Eni in via San Donato 50/4. In quell’occasione tre bombe sono state fatte esplodere davanti all’ingresso, mentre una quarta, posizionato sulla finestra, è stata disinnescata.
Un fermo per le esplosioni all’Eni – Nelle ultime ore, le forze dell’ordine hanno fermato un uomo che si ipotizza sia il responsabile dell’attentato del 29 marzo.
Da una nota divulgata dalla Questura si legge che i provvedimenti disposti dalla Procura vanno a perseguire l’ipotesi di reato di associazione a delinquere aggravata dalla finalità eversiva. Il circolo ‘Fuoriluogo’ fungerebbe da punto di ritrovo e, probabilmente, da base per la pianificazione degli attentati.
S. O.