Pirati informatici: Roma quinta città al mondo per computer infetti

Roma – L’Italia è una base fondamentale per il terrorismo. La frase che potrebbe agitare gli animi di coloro che guardano al presunto pericolo islamista, specialmente in questi periodi di guerre e immigrazioni, ha bisogno di essere contestualizzata e dunque bisogna dire che i pericoli di cui parliamo riguardano il mondo dell’informatica. Stando ai risultati forniti dal Security Threat Report di Symantec, Roma è al quinto posto nella classifica delle città che ospitano il maggior numero di bot, ovvero quei computer che i pirati del web utilizzano per lanciare i propri attacchi ai sistemi telematici.
Sempre secondo i dati forniti dall’azienda principe nel settore degli antivirus, nell’anno passato sono state registrate 286 milioni di nuove minacce.

Italia, paese di spammer – I tempi cambiano e con essi periodicamente bisogna aggiornare anche i detti che parlano di un popolo, spesso, riuscendo a inquadrare meglio di tante ricerche sociologiche le facce di un Paese, tra vizi e virtù. Se una volta dell’Italia si diceva che era un paese di santi, poeti e navigatori adesso bisognerebbe almeno aggiungere anche la categoria spammer.
Infatti, se ancora non brilliamo per una diffusione capillare delle nuove tecnologie, e chi lotta per la banda larga viene zittito come uno che prende a cuore problemi superflui, possiamo comunque fregiarci dell’orgoglio derivante dall‘essere tra le nazioni da cui parte più spam. Con questo termine si intende l’insieme di messaggi indesiderati che giungono a un destinatario.
Secondo i risultati delle ultime ricerche, dall’Italia parte il 3% di tutto lo spam mondiale mentre è del 4% la percentuale riguardante gli host compromessi.
Vittime privilegiate degli attacchi sembrano essere i cellulari di ultima generazione, stando alla relazione di Symantec «anche se le nuove architetture per la sicurezza adottate nei dispositivi mobili sono tanto efficaci quanto quelle per desktop e server, i criminali possono spesso bypassare questi sistemi di sicurezza attaccando vulnerabilità proprie delle implementazioni delle piattaforme mobile».

S. O.