Latte, non trading. “Noi ci occupiamo di questa vicenda perché siamo interessati a valorizzare il latte, la materia prima”, ha dichiarato ieri il presidente di Legacoop, Giuliano Poletti, in merito alla vicenda Parmalat., che, in merito ad una cordata italiana che vedrebbe Granarolo partecipare insieme con Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca, ha confermato: “noi siamo interessati alla parte industriale come valorizzazione del prodotto latte italiano, in questo caso attraverso Granarolo” e “lo spirito di trading non è il nostro mestiere”.
Sul possibile intervento della Cassa Depositi e Prestiti, Poletti ha aggiunto che trattasi di “una presenza positiva”.
Il presidente di Legacoop si è anche detto “urtato da certi atteggiamenti”, ricordando di aver “subito la concorrenza Parmalat del cavaliere Tanzi, che poi si è dimenticato di restituire i soldi, e una seconda concorrenza per la legge dello Stato”. “Abbiamo le tasche piene di una concorrenza scorretta che abbiamo subito per 10 anni”, il suo sfogo.
Il megagruppo del latte e l’Antitrust. “Ritengo che ci siano le condizioni per creare un grande campione europeo del latte” ed “entro una settimana ci sarà la proposta”, ha detto, in una intervista alla Stampa, il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari,
Calzolari ha sottolineato che Granarolo è “il cuore della cordata»” e sarà in grado di rendere “grande” “Parmalat appena “risolto il nodo Antitrust”.
Le due società, insieme, “sfiorerebbero il 50% del mercato del latte”, dunque le cose “sono due: o rimaniamo piccoli e contendibili, oppure riconosciamo che questa è una questione importante per l’economia agricola del nostro Paese”. Per questo “il nodo dell’Antitrust va risolto a monte”.
Il numero uno di Granarolo ha confermato di lavorare con partner finanziari, Intesa Sanpaolo in testa, “per elaborare una soluzione che tuteli gli interessi dei soci produttori”. Sul ruolo della Cdp poi, ha affermato che sia “un bene che un progetto di sviluppo possa contare su una disponibilità di risorse per operazioni-ponte. Evitiamo però – ha aggiunto – operazioni stabili. Non dobbiamo ritornare alle aziende statali”.
Marco Notari