Bindi a Cicchitto: piduista. Il Pdl insorge

Sono due le lettere che il Pdl ha inviato ieri al presidente della Camera, Gianfranco Fini, invitandolo a prendere provvedimenti nei confronti di Rosy Bindi. La democratica è finita nell’occhio del ciclone per la sua presunta mancanza di terzietà in veste di vicepresidente di Montecitorio. Durante la burrascosa seduta di mercoledì sera, culminata con l’approvazione del ddl sul “processo breve”, la Bindi si è unita al coro di “P2, P2!” levatosi dai banchi dell’opposizione all’indirizzo del capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Quando poi è salita sullo scranno più alto dell’emiciclo, in sostituzione di Gianfranco Fini, è stata fortemente contestata dai pidiellini, che hanno incalzato Fini invitandolo a procedere “ad una attenta valutazione dell’accaduto”.

Due lettere per Fini – Sulla scrivania del presidente della Camera, Gianfranco Fini, sono arrivate ieri due missive. Due lettere tese a riportare l’attenzione del leader di Fli su quanto accaduto il giorno precedente, negli attimi precedenti alla votazione che ha portato all’approvazione in Aula del discusso “processo breve“. Il contenuto delle due lettere è sostanzialmente identico: sia nella prima (a firma dei membri del Pdl dell’Ufficio di Presidenza) che nella seconda (vergata dal vicepresidente vicario del Pdl, Massimo Corsaro), infatti, si punta l’indice contro il comportamento scorretto assunto da Rosy Bindi, accusata dai mittenti di aver dato prova della sua manifesta partigianeria nell’Aula di Montecitorio.

La democratica e il piduista – Questi i fatti: il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, sta illustrando le motivazioni del voto a favore del “processo breve”, ma il suo discorso viene interrotto da un coro di “P2, P2!” levatosi dai banchi dell’opposizione. A ingrossare la voce della contestazione c’è anche la presidente del Pd, Rosy Bindi, che – quando sale sullo scranno più alto della Camera, in sostituzione di Gianfranco Fini – viene a sua volta investita da un fiume di contestazioni. A puntare l’indice contro di lei sono gli esponenti della maggioranza, con Cicchitto in testa, che le rimproverano di aver assunto un atteggiamento tutt’altro che terzo nei confronti del pidiellino. A questo punto la vicepresidente della Camera tenta la sua personale difesa: “Leggo qui, alla voce Fabrizio Cicchitto – ha detto la Bindi scorrendo alcune informazioni tratte da Wikipedia – che era iscritto alla P2 con tessera numero 2232. Ho gridato la verità, una verità che è stata accertata da una commissione d’inchiesta presieduta dall’onorevole Tina Anselmi. Se a me avessero gridato ‘Azione cattolica!’ non mi sarei offesa – ha continuato la democratica – visto che era l’associazione cui ero iscritta”.

Le lettere indignate – Le dichiarazioni della Bindi hanno fatto ulteriormente inviperire i pidiellini, spingendoli a scrivere al presidente della Camera. “A nome del gruppo del Popolo della Libertà – ha esordito Massimo Corsaro rivolgendosi a Fini – le esprimo la più viva indignazione ed imbarazzo per l’atteggiamento assunto dall’onorevole Rosy Bindi che, nel corso del suo turno di presidenza durante la seduta del 13 aprile 2011, ha espresso valutazioni politiche (legate a giudizi personali offensivi) rivolte al presidente del gruppo del Popolo della Libertà. Le esprimo la nostra preoccupazione – ha continuato Corsaro – perché tale scorretta modalità di conduzione dei lavori parlamentari possa costituire un grave precedente, tale da inficiare l’equilibrio nelle relazioni istituzionali all’interno dell’aula e nel dibattito politico. La invito pertanto a voler procedere ad una attenta valutazione dell’accaduto e a non far mancare nelle sedi opportune – ha concluso l’esponete del Pdl – la tempestiva ed esplicita espressione del suo autorevole giudizio”.

Maria Saporito