Battutine inaccettabili. Una ragazzina pakistana di 13 anni, all’ uscita da scuola, si era trovata al centro dell’ attenzione di alcuni compagni di scuola, che, senza malizia, le stavano facendo domandine scherzose del tipo: “i piace quello? Lo sai che quell’ altro ti viene dietro?”. Il padre della ragazza, però, non ha affatto apprezzato questo scherzo da ragazzi e, una volta accompagnata la figlia a casa, l’ ha riempita di botte, per far passare meglio il messaggio. La triste vicenda è successa a Parma. Si sono accorti che la ragazza era stata violentemente percossa gli insegnanti: il giorno dopo, infatti, la 13enne era entrata in classe con lividi evidenti.
Il dialogo con i familiari. Stando alle parole del quotidiano La gazzetta di Parma, sarebbe stata la stessa ragazza a confermare di essere stata picchiata dal padre, proprio a casa di quelle battutine simpatiche degli amici. Per il momento, comunque, non sono intervenute le forze dell’ ordine, perché insegnanti e preside intendono continuare il dialogo con la famiglia della ragazzina, onde evitare che venga allontanata dai familiari e si blocchi il canale di comunicazione con i suoi parenti.
I commenti dei deputati Pdl. Tuttavia, c’è chi non è d’accordo con questa scelta. Ad esempio, la deputata Pdl Souad Sbai ha commentato così l’episodio accaduto nel Parmense: “I servizi sociali di Parma allontanino dalla famiglia la ragazza pachistana picchiata dal padre per essere troppo corteggiata, non consegnandola nelle mani del Console, che non ha alcun diritto nè potere in questioni interne italiane. Questo ennesimo inaccettabile episodio – dichiara Sbai – è il risultato sconcertante delle mediazioni su casi di oppressione delle giovani immigrate in Italia; è l’esempio lampante della gravità di atteggiamenti falsamente buonisti e potenzialmente criminogeni. Il padre della giovane picchiata avrà pensato di cavarsela con un solo rimbrotto dal Console”.
Ha commentato l’ accaduto anche Isabella Bertolini, deputata pdl: “Mi chiedo cosa succederebbe se a picchiare a sangue una ragazza di 13 anni fosse stato un padre italiano. Come minimo sarebbe scattata la denuncia per violenza e partirebbe un’indagine dei servizi sociali per valutare se quel genitore può continuare ad esercitare la patria potestà. Invece, visto che questo gravissimo episodio avviene per mano di un pakistano, non si fa nulla”.
A. L.