Ad assassinare Carmela Rea, detta Melania, non solo sarebbe stato qualcuno che la donna già conosceva ma probabilmente anche una persona che non aveva pianificato il delitto. L’omicida potrebbe essere stato sorpreso da un raptus di follia che, oltre a travolgere la vita della ventinovenne di origini campane, potrebbe avergli fatto commettere qualche errore fondamentale affinché gli inquirenti riescano a fare luce su un giallo sì misterioso, ma sulle cui indagini pare aleggiare una forma di cauto ottimismo.
Il lavoro degli inquirenti prosegue ininterrottamente nella speranza che ulteriori indizi possano saltare fuori dalla scena del crimine. Una scena che, a quanto pare, sarebbe parecchio disorganizzata, forse addirittura ricostruita in un secondo momento, nel tentativo di confondere le idee agli investigatori.
Coltellate a vuoto – Colui che ha ucciso Melania non solo avrebbe colpito per trentacinque volte il corpo della donna, anche dopo la morte, ma avrebbe inferto decine di fendenti a vuoto, colpendo l’interno del chiosco situato nei pressi dove il cadavere della vittima è stato ritrovato il 20 aprile.
Ed è proprio a questa follia che chi conduce le indagini confida: un uomo che ha agito con questo impeto potrebbe essersi tagliato e aver lasciato qualche traccia fondamentale per risalire alla propria identità.
In questa cornice interpretativa, dunque, anche la siringa conficcata all’altezza del seno di Melania e la svastica incisa sulla gamba diverrebbero tentativi maldestri di deviare il corso delle indagini su una matrice seriale o comunque su ambienti differenti a quelli a cui l’assassino apparterebbe.
L’appello all’anonimo cercatore di funghi – Si sa che è un uomo, si è detto che cercasse funghi ma forse, considerata anche la zona, si trovava sulla Montagna dei Fiori per i tartufi. L’anonimo che mercoledì scorso ha informato le forze dell’ordine circa la presenza di un corpo dilaniato nel Bosco delle Casermette non si è ancora fatto vivo e magari mai lo farà.
Gli investigatori sono sicuri della sua estraneità nell’omicidio e con un appello pubblico hanno tentato di persuadere l’uomo a collaborare alle indagini. Invito per il momento disatteso, ma comunque rivolto a tutti coloro che tra il 18 e il 20 aprile scorso potrebbero aver notato qualcosa di strano nei boschi tra Colle San Marco e Ripe di Civitella del Tronto.
S. O.