Yemen: rinviata la firma sul piano di transizione

Per lo Yemen il giorno della svolta era vicino, con la firma del piano di transizione annunciato una settimana fa. Inizialmente erano state le opposizioni a mostrarsi scettiche nell’accettare un piano che avrebbe scontentato soprattutto i civili. In particolare gli studenti, i più attivi sul fronte delle proteste, i quali chiedevano le dimissioni di Ali Abdullah Saleh per poi farlo processare. Poi le opposizioni hanno accettato l’accorso che però è saltato. Perché alla fine a rifiutarsi di firmare è stato proprio il Presidente. A riferirlo è una fonte del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg), il quale ha anche annunciato per oggi una riunione fra i ministri degli Esteri arabi del Golfo per discutere sul da farsi.

A far saltare tutto è stata l’ostinazione di Saleh il quale, nonostante il patto gli riconoscesse l’immunità da eventuali persecuzioni giudiziarie, continua a non voler mollare la presidenza yemenita. Secondo quanto ha riferito un rappresentante dell’opposizione, Saleh voleva firmare l’accordo, ma solo in qualità di capo del suo partito. Un escamotage che certamente avrebbe depotenziato il carattere vincolante del patto. Rischia così di saltare il piano proposto dal Consiglio di Cooperazione del Golfo, che già aveva faticato nei giorni scorsi a convincere le opposizioni. Che adesso sembrano minacciare di fare marcia indietro sugli impegni presi. Il rifiuto di firmare, infatti, sarà opposto anche da loro nel caso in cui non dovesse essere Saleh a firmare il patto personalmente. Questo perché lo stesso Presidente avrebbe annunciato nelle ultime ore di voler inviare un mediatore per la sigla del patto.

Rinviata, dunque, una soluzione politica che però era osteggiata fortemente dai manifestanti. Le proteste degli ultimi giorni, infatti, si sono concentrate tutte contro un patto che alla popolazione suona come un tradimento alla rivolta nata a Gennaio. Appena Mercoledì scorso erano decine di migliaia i civili scesi in piazza per contestare l’accordo. Quel giorno dieci persone hanno perso la vita, soppressa da uomini armati in borghese. Ma a questo punto, firma o non firma, sembra che nei prossimi giorni lo Yemen di morti per le strade ne raccoglierà ancora tanti.

Cristiano Marti