Berlusconi su morte Bin Laden: La aspettavamo da 10 anni

Nel giorno in cui il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ritorna al palazzo di Giustizia di Milano nelle vesti di imputato nel processo Mediatrade, il mondo (o almeno una parte di esso) saluta con soddisfazione la notizia della morte del terrorista internazionale numero uno, Osama Bin Laden. Una notizia che il premier – giunto al Tribunale di Milano intorno alle ore 10,00 – non ha potuto scansare: “Sono dieci anni – ha commentato Berlusconi – che attendavamo questa notizia”. Intanto ad accoglierlo fuori del palazzo di Giustizia, solo uno sparuto numero di supporter (circa 50), che – muniti di palloncini e qualche bandiera del Pdl – hanno confermato la loro solidarietà al presidente del Consiglio al suon di “Silvio resisti“.

Berlusconi e Osama – La notizia ufficializzata questa notte dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che con manifesta soddisfazione ha annunciato il rinvenimento del cadavere di Osama a Bin Laden in Pakistan non poteva rimanere orfana di un commento da parte del Cavaliere. Giunto poco prima delle 10,00 al Tribunale di Milano, dove sta partecipando all’udienza preliminare del processo Mediatrade, il premier ha così dichiarato ai microfoni dei giornalisti presenti: “Un’uccisione è sempre un’uccisione, ma pensando a ciò che Bin Laden ha significato con la strage del 2001, credo che fosse qualche cosa che tutti guardassero con speranza e di cui essere soddisfatti. Sono dieci anni – ha confermato Berlusconi – che tutto il mondo attendeva la notizia”.

Pochi supporter – Una dichiarazione svelta ma muscolare, con la quale il presidente del Consiglio si è subito congedato dai cronisti, rivolgendo uno svelto saluto ai circa 50 sostenitori radunatisi all’esterno del Tribunale milanese per manifestargli la loro solidarietà. Un capannello di gente meno nutrito delle altre volte e anche meno organizzato (nessun gazebo e nessun  palco sono stati allestiti), che – sventolando le bandiere del Pdl – ha rinforzato la sua vicinanza al Cavaliere gridandogli “Silvio, resisti”. Il presidente del Consiglio dovrà difendersi dalle accuse di frode fiscale e appropriazione indebita ipotizzate contro di lui nell’ambito di operazioni di compravendita, presumibilmente “opache”, tratteggiate dai pm. Insieme al lui, risultano imputati anche il figlio Pier Silvio, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, il produttore cinematografico, Frank Agrama, e altre otto persone.

Maria Saporito