Artisti contro il nucleare: Da Silvestri a Finardi no all’atomo

A margine della loro partecipazione al Concertone del Primo Maggio a Roma, molti artisti hanno voluto dire la loro sul referendum che si svolgerà a giugno e che interpellerà gli italiani sulla privatizzazione dell’acqua e sul legittimo impedimento, soprassedendo invece (per il momento) sul quesito relativo al ritorno al nucleare. Un appuntamento da non mancare perché in ballo, hanno spiegato gli artisti intervistati, c’è il nostro futuro. “Non facciamoci rubare il referendum”, ha spiegato Eugenio Finardi, mentre Daniele Silvestri ha definito “un inganno” il possibile ritorno all’atomo. Categorico anche Gino Paoli: “Si tratta di un attentato alla dignità dell’uomo“, ha affondato riferendosi alla possibilità di privatizzare l’acqua.

Uniti contro il nucleare – Molti degli artisti che hanno calcato il palco di piazza San Giovanni a Roma (e che su quel palco non hanno potuto perorare la causa del voto referendario perché impediti da una liberatoria) hanno deciso di esprimere la loro opinione ai microfoni di una web Tv. Tra di loro, il cantautore romano, Daniele Silvestri: “Il nucleare – ha esordito – è una presa in giro che ci rincorre da più di 30 anni e sopratutto è una delle dimostrazioni più evidenti di come la volontà di un popolo intero viene calpestata come se niente fosse, non solo perché abbiamo ricominciato a parlarne senza interpellare chi aveva già espresso un parere negativo, ma perché – ha aggiunto il musicista – addirittura quando viene finalmente stabilito che un nuovo referendum si esprimerà in qualche modo, c’è chi si permette di boicottarlo con i mezzi più vergognosamente plateali. Non sono uno scienziato – ha continuato Silvestri nel suo ragionamento – ma i costi del nucleare sono sproporzionati rispetto ai rischi. Il Giappone dimostra che ci si può fare veramente male. Ma perché – ha concluso – dobbiamo ancora infilarci in questo tunnel mostruoso?”.

No all’inganno – Dello stesso segno il commento di Samuel, frontman della band torinese dei Subsonica: “Meno male che si è arrivati alla comprensione che potrebbe essere un danno riaprire le centrali nucleari – ha detto – ma fa paura che si cerchi di aspettare che la gente dimentichi quello che è successo in Giappone per riproporre la cosa. Questo è un inganno perché se tu, alla luce di una disgrazia che è successa, decidi di spostare questo referendum due anni più avanti – ha continuato il cantante – mi stai chiaramente dicendo che mi stai ingannando perché aspetti che io mi dimentichi di questa cosa per poter ripropormi in maniera subdola l’argomento. Sappiamo benissimo che ormai il pubblico italiano è distratto, ma non c’è problema – ha dichiarato il leader dei Subsonica – perché nel momento in cui verrà riproposto il referendum noi ci schiereremo di nuovo contro il no e vinceremo di nuovo”.

Paoli: “E’ un insulto all’umanità” – Per Eugenio Finardi, il referendum rappresenta un appuntamento irrinunciabile per riappropriarsi del domani: “Andate a votare – ha detto – non facciamoci fregare il referendum. Andate a votare anche se è una bella giornata e si sta bene al mare. Andate a votare per l’acqua che è un nostro diritto, e per il futuro che il nucleare ci toglie”. Categorica anche la posizione del genovese Gino Paoli, che invitato a dire la sua sul referendum, ha risposto: “Mi viene automatico dire parolacce. Io direi che dopo la privatizzazione dell’acqua – ha ironizzato – si può pensare benissimo alla privatizzazione dell’aria. Credo che si tratti di insulti all’umanità, di attentati alla dignità dell’essere umano e su questo bisogna ribellarsi. Io credo che chiunque abbia un minimo di cervello e di buonsenso, di amor proprio – ha incalzato il musicista – questa volta debba veramente andare a fare il suo dovere perché è l’unica maniera di cambiare le cose”.

Maria Saporito