Enrico Mentana: “Al Tg5 non tornerei e rifiutai il Tg1”

Enrico Mentana, La7 – Il nuovo modello di Telegiornale che Enrico Mentana sta portando avanti a La7 sta raccogliendo innumerevoli consensi. Un tg che tiene conto dell’evolversi delle notizie, che non si fossilizza su eventi triti e ritriti, ma che prova a proporre ogni giorno qualcosa di nuovo. Una ventata di aria fresca nel mondo dell’informazione, paragonabile alla rivoluzione che il buon Mentana portò contribuendo alla nascita del Tg5. Dalle pagine di “Vanity Fair” Mentana si racconta, e descrive le ragioni per cui è stato allontanato dal Tg5 e quelle per cui rifiutò per ben due volte il Tg1.

Non più Mediaset – Il budget di La7 è un quarto di quello del Tg5, “ma più dei soldi fanno le idee“, precisa. Racconta inoltre che la gente lo ferma per strada ringraziandolo per la conduzione sempre equidistante del Tg. Eppure Berlusconi provò a riportarlo a Mediaset: “preferirei che tornasse a Mediaset. Non ho avuto nulla a che fare con il suo allontanamento e credo sarebbe giusto chiudere quella ferita. La chiamerà mio figlio“, gli disse il premier. Ma l’incontro con Pier Silvio si risolse con un nulla di fatto,“mi offrì tutto quello che c’era da offrire“. E allora, dopo esser stato fermo per un bel pezzo, Mentana si accasa a La7 dove però il suo stipendio si è ridimensionato: “quando stai fermo a lungo e ti arriva un’opportunità come questa, lavori anche gratis“.

L’intervista continua – Enrico Mentana viene incalzato anche con domande sul resto dell’informazione. Circa il Tg1 commenta: “il Tg di Minzolini è orgogliosamente filogovernativo. Mi hanno offerto due volte, in passato, la direzione del Tg1 e ho rifiutato“. Perché ha detto no? “Perché ci ho lavorato nove anni, so come funziona. In Rai tornerei solo se mi venisse garantita la libertà di non rispondere al telefono ai politici“. Infine, immancabile, una battuta su Berlusconi: “ha monopolizzato la politica italiana per vent’anni anche per la debolezza dei suoi avversari”.

Rosario Amico