Avrebbero dovuto partecipare alle elezioni amministrative per rappresentare i loro concittadini e invece si è scoperto che da tempo rappresentavano gli interessi del clan camorristico dei Polverino. Armando Chiaro e Salvatore Camerlingo, candidati al consiglio comunale di Quarto nelle file del Popolo della Libertà, sono stati arrestati insieme ad altre trentotto persone nell’ambito dell’inchiesta iniziata nel 2007 e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli con la collaborazione dell’UCO (Unidad Central Operativa) della Guardia Civil spagnola.
Gli ordini di custodia cautelare sono stati realizzati dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, mentre gli accusati risponderanno di numerosi reati come associazione per delinquere di tipo mafioso, tentativo di omicidio, estorsioni, usura, detenzione illecita di armi, traffico e spaccio di stupefacenti, trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori nonché di reinvestimento di capitali di provenienza illecita in attività imprenditoriali, immobiliari, finanziarie e commerciali.
Pidiellini d’onore – Stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Ansa Armando Chiaro “viene definito un ‘colletto bianco’ ed è accusato di essersi intestato beni del clan Polverino facendo da prestanome. E’ ritenuto un elemento di punta dell’organizzazione e già destinatario negli anni passati di un’ordinanza di custodia cautelare”.
Per Salvatore Camerlingo, invece, viene utilizzato anche il titolo di ‘uomo d’onore‘. Il candidato del Pdl tra le referenze avrebbe anche quella di essere cugino del boss della camorra Salvatore Licciardi. Nel suo caso, tra le accuse vi sono anche quella di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.
Senza dubbio un modo particolare per prepararsi a una lunga e faticosa campagna elettorale.
S. O.