Niente cattivo gusto, siamo americani. Solitamente la morte in diretta fa ascolto, né gli Stati Uniti, in modo particolare, hanno mai negato al mondo spettacoli truculenti. Questa volta un insolito buon gusto fa pensare a svariate ipotesi. Vediamo le principali. Mentre infatti il mondo vuole vedere le foto di Osama Bin Laden morto, della missione Usa durante la quale si è fatta irruzione nella sua villa bunker in Pakistan, e insomma di ogni cosa che riguardi il lugubre evento, Barack Obama, contrariamente anche al parere di parecchi esponenti della politica statunitense, non vuole che il mondo veda tali immagini. Bin Laden è morto e basta, questo deve esservi sufficiente, sembra voler dire Obama con l’opinione manifestata nelle ultime ore. Si è diffusa la notizia della sua morte in mare, e dello sbrigativo lancio del cadavere in acqua. Tanto che a seguito di ciò c’è chi ipotizza perfino – perché per idee strampalate e tesi complottistiche, si sa, gli avvenimenti che sconvolgono l’assetto mondiale sono sempre terreno fertile – che Bin Laden in realtà non sia morto. Intanto impazza nel web la diffusione di falsi, come la foto di un volto ammaccato, diramata nei primi giorni anche in qualcuno dei principali tg internazionali. E su Facebook circolano finti video del momento della morte, con titoli come “Guardate, clamoroso! Ecco cosa i soldati Usa fanno a Bin Laden”. Oltre ad essere un falso, è un video inesistente in quanto la sua apertura non porta a nessun filmato, ma trasferisce nel pc un certo numero di attacchi informatici di virus. Quando il mondo freme per avere delle notizie o delle immagini, si sa, gli hacker buontemponi – ma anche quelli seriamente malintenzionati, e c’è chi ha ipotizzato un tentativo di mettere fuori uso un notevole numero di pc occidentali – fanno festa.
Motivi di buon gusto. La caccia alle immagini, ad ogni modo, si è aperta e procede a colpi bassi e senza risparmio di scopi clandestini, commenti ironici, ansia diffusa. Non è detto che il presidente Usa Barack Obama riesca a sfangarla con un semplice: non siate curiosi, meglio non diffondere queste foto. Motivazione ufficiale: il buon gusto. “È molto importante che fotografie atroci di qualcuno a cui è stato sparato in testa non siano messe in circolazione come strumenti di propaganda”, ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca Jay Carney. “Non esibiamo questo genere di cose come trofei”. Motivazione più che stimabile, se non fosse che introduce anche sospetti di altro tipo, ossia che i militari statunitensi abbiano in reatlà qualcosa da nascondere. Il presidente della Commissione servizi segreti del Senato Mike Ross, del partito repubblicano, ha visionato le foto ed è contrario alla diffusione per motivi un po’ ambigui, che a qualcuno potranno sembrare invece addirittura fin troppo espliciti: si dice preoccupato per la sicurezza dei militari statunitensi in missione all’estero. “Osama non è un trofeo, è morto: concentriamoci piuttosto sulla missione fino a che Al Qaeda non sarà eliminata”, sono state le parole di Mike Ross.
Politici Usa. Un altro rappresentante del partito repubblicano, Saxby Chambliss, si è così espressa: “Mostrano quel che ci si può aspettare di qualcuno che è stato colpito da un proiettile alla testa, non è niente di bello da vedere”, ma ciò nonostante ne ritiene comunque opportuna la diffusione: “Un giorno o l’altro – continua infatti la deputata Saxby Chambliss – verranno pubblicate, la questione è sapere se lo dovremo fare noi secondo le nostre regole o lasciare che sia qualcun altro a farlo”. La senatrice repubblicana Kelly Ayotte, invece, è del tutto favorevole alla pubblicazione immediata, per fugare ogni sospetto “strano” che possa venire in mente sia ai media, che agli intellettuali ed opinionisti, ed anche farsi strada tra le opinioni del mondo politico. “Bin Laden – dice Ayotte – è una figura molto nota e dalla foto si capisce che è lui. Nessuno vuole vedere foto che disturbano, ma credo anche che sia importante finirla con la teoria del complotto”. Sul “si capisce che è lui”, detto in modo così perentorio, ci sarebbe alquanto da discutere per chi ha avuto modo in questi ultimi dieci anni di vedere i video diffusi dallo stesso Bin Laden, dei quali le intelligence internazionali non hanno ancora mai stabilito se si fosse trattato sempre della stessa persona. Nello stesso partito repubblicano, dunque, le opinioni sono molto disparate. Ed è ancora caccia alle immagini.
S. K.