Un’Italia presa di mira dalla satira straniera per gli scandali in cui è coinvolto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è un punto su cui da anni fanno leva gli oppositori del premier, ma anche tutti coloro che vorrebbero che quello che una volta era il Bel Paese ritornasse a essere discusso per qualcosa diverso dal bunga bunga. Beh, i tempi forse stanno per cambiare e non perché Berlusconi abbia deciso di intraprendere un percorso ascetico, bensì perché le ultime iniziative del governo rischiano di giungere oltre confine come l’immagine di una politica inattendibile, anche sul fronte internazionale.
La mozione della Lega Nord sulla missione in Libia sarà stata gestita in maniera positiva dal Popolo della Libertà, per quanto riguarda gli equilibri interni alla maggioranza, ma rischia davvero di diventare la spada di Damocle di un governo che è capace di cambiare opinione tre volte nello spazio di poche settimane su una vicenda delicata come lo è una guerra.
Tirati per la mimetica – A chiarire i termini dell’accordo raggiunto tra il Carroccio e il Pdl è stato questa mattina il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha voluto ribadire il fatto che l’Italia si limiterà a stabilire un termine per la fine dei bombardamenti a cui parteciperà, senza mettere in discussione la validità della missione Nato.
Queste le dichiarazioni di La Russa rilasciate ad Affaritaliani.it : “Non c’è nulla di unilaterale, ma la cosa più importante è che noi ci impegniamo a fissare in accordo con loro (le organizzazioni internazionali e gli alleati) un termine temporale certo entro cui concludere non la missione, ma le azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico”.
Il ministro della Difesa ha poi continuato: “Vuol dire che noi, nelle sedi opportune e in accordo con le organizzazioni internazionali e gli alleati diciamo: noi prima avevamo un compito che era quello di mirare ai radar, ora ci dite che c’è necessità che facciamo anche noi quello che state facendo voi e che vi stavamo aiutando a fare, cioè sparare sugli obiettivi a terra. Bene, in accordo con voi vogliamo farlo ma entro un certo limite di tempo, passato quel limite vogliamo tornare a fare quello che facevamo prima o comunque non vogliamo più fare questa funzione o semmai altre, ma non mettiamo in discussione la durata della missione”.
Quelli che spesso sono stati accusati di tirare per la giacchetta il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, adesso non sanno come fare per non farsi importunare dagli amichetti che vogliono giocare a fare la guerra.
Simone Olivelli