Roma –La scossa del Presidente. “La sinistra sia più affidabile o resterà opposizione”.”Sottovalutata la socialdemocrazia“. In un convegno su Giolitti evocato il ruolo di Craxi: “Ci dicevano che tanto c’era lui…”
Credibile, affidabile, praticabile – Stoccata del Capo dello Stato all’opposizione. “Credibile. Affidabile. Praticabile. O la sinistra immagina così l’alternativa oppure resterà all’opposizione“.
Non usa mezzi termini Giorgio Napolitano. Cita il pensiero di Antonio Giolitti in un convegno nel primo anniversario della sua morte.
Il capo dello Stato lo ricorda, scegliendo accuratamente alcuni passaggi, o leggendo testualmente.
“Sono passati quindici anni ma in quel testo c’è un tema che è ancora di attualità, e che perciò dovrebbe rileggere molte volte chi fa politica a sinistra oggi ed è, a quanto pare, all’opposizione…”.
Chiaro messaggio ai leader dell’opposizione. Napolitano legge Giolitti.
“Primo, serve credibilità. Bisogna essere capaci di esercitare l’azione di governo“. “Secondo: l’affidabilità. Bisogna togliersi di dosso il sospetto di volersi insediare al potere come un’alternativa senza alternativa”.
“Terzo: occorre offrire soluzioni praticabili. Bisogna rendere realistico e convincente il perseguimento degli obiettivi, gli ostacoli da superare e la gradualità da adottare“.
Socialdemocrazia – “La verità è che c’era il Psi di Craxi e potevamo fare tutti i discorsi che volevamo sulla socialdemocrazia, chiunque ci avrebbe risposto: c’è Craxi, “this is the drama”, per dirla con Shakespeare… “.
“In Italia c’è stata una drastica sottovalutazione quando una non conoscenza della socialdemocrazia europea”, continua il Capo dello Stato che, ricorda sfe “il presidente della Repubblica, non era certamente rappresentato dal Psdi, certo c’era questo partito, Pietro Longo, ma le sue avventure politiche furono diciamo così deludenti, per usare un eufemismo. Ma, eccezioni a parte, nel corso degli anni c’è stato un grave impoverimento culturale dei partiti e della loro funzione formativa.
Il vero problema è ciò che oggi i partiti non riescono più ad essere rispetto a quel che accadeva in passato. Colpa di un divorzio tra politica e cultura, di un rapporto che si è rotto, da tutte e due le parti nel corso degli ultimi dieci o venti anni“.
Matteo Oliviero