Squadracce fasciste. E’ questo ciò che è parso di vedere oggi al ministro degli Interni Roberto Maroni, mentre presenziava a un incontro con il candidato per il centrodestra alle elezioni amministrative nel capoluogo emiliano. Il riferimento del ministro è stato al corteo organizzato da decine di ragazzi appartenenti sia ai movimenti studenteschi che all’area anarchica.
A dire il vero tra Maroni, che si trovava nel comitato elettorale dell’aspirante sindaco Manes Bernardini in via Nazario Sauro, e giovani manifestanti non vi è stato alcun momento di contatto poiché gli agenti della polizia sono intervenuti per tempo, bloccando il corteo in via Ugo Bazzi.
Un fermo – Gli scontri si sono avuti, invece, tra le forze dell’ordine e i giovani che sono rimasti per così dire contrariati nel vedere loro impedita la possibilità di manifestare davanti al luogo dove Maroni avrebbe tenuto una conferenza stampa.
La polizia è intervenuta anche con diverse cariche che, oltre a innalzare il livello della tensione, hanno portato al fermo di un ragazzo conosciuto con il nome di Sam.
Il giovane, dopo essere stato portato in commissariato ed esservi rimasto un paio di ore, è stato rilasciato. Concluso l’incontro con i giornalisti, il ministro degli Interni ha fatto il punto della situazione con il commissario straordinario Anna Maria Cancellieri, incontrata presso la Prefettura di Bologna.
Maroni ha poi parlato pubblicamente degli episodi successi nel tardo pomeriggio, commentandoli così: “E’ molto triste dover schierare i carabinieri davanti alle sedi dei partiti, è triste vedere gridare giovani slogan fascisti e giovani che minacciano di chiudere le sedi della Lega”. Il ministro ha poi aggiunto: “Ricordano le squadracce fasciste. Finché c’è libero confronto va bene, ma non si possono accettare le minacce. La violenza non è mai tollerabile e non lo sarà mai: bisogna fermarli perché è un sintomo di degenerazione. Ma noi non ci facciamo intimidire”.
S. O.