Una gelateria rinomata della Capitale, un gruppo di studenti in gita e due noti esponenti della politica nazionale e regionale. Sono questi gli ingredienti principali del gustoso quadretto che si è consumato ieri pomeriggio a Roma, dove – seduti a un tavolino del noto bar “Giolitti” (a due passi da Montecitorio) – Umberto Bossi e il figlio Renzo (detto il Trota) sono stati investiti da un coro intonato da alcuni liceali. Non slogan contro la Lega, ma le parole dell’Inno nazionale con cui gli studenti hanno voluto pacificamente sottolineare la loro distanza dalle posizioni sostenute dal Carroccio. Un episodio che non ha suscitato alcuna reazione da parte del Senatur, il quale ha atteso che la scolaresca si allontanasse e, senza commentare l’accaduto, è salito in macchina.
Il gelato avvelenato da Mameli – Per vincere la prima calura romana, Umberto Bossi ha ieri invitato il figlio Renzo a prendere un gelato nel noto bar “Giolitti”. Una pausa tra gli impegni istituzionali, da consumare in famiglia lontano dalle contestazioni. Ma così non è stato perché a rendere presumibilmente meno dolce il break del ministro delle Riforme ci ha pensato un gruppo di studenti di un liceo di Cassino (Frosinone) in gita a Roma, che – dopo aver riconosciuto il Senatur e il Trota – ha voluto “omaggiarli” con una dedica musicale. Gli studenti hanno intonato l’Inno di Mameli attirando su di sé gli sguardi incuriositi dei tanti turisti, ma non quello di Bossi che ha continuato a mangiare il gelato senza tradire alcuna reazione.
Bossi imperturbabile – Una “contestazione” pacifica, con la quale i ragazzi hanno voluto ricordare l’importanza delle parole scritte da Goffredo Mameli a pochi giorni dal festeggiamento del 150simo anno dell’Unità d’Italia. Una lezione da consegnare al padre del federalismo per rimarcare appunto l’importanza di essere “fratelli”, ma senza ottenere apparentemente alcun risultato. Quando la scolaresca si è allontanata dalla gelateria, Bossi senior e junior hanno raggiunto la macchina senza commentare quanto appena accaduto. Chissà se dopo aver chiuso le portiere hanno sentito il bisogno di intonare qualche strofa del “Va’ pensiero“.
Maria Saporito