Bernardo Bertolucci: lo fanno ancora sognare Nanni Moretti e Paolo Sorrentino

Bernardo Bertolucci – Il grande regista che  Il 16 marzo ha compiuto 70 anni, riceverà l’ambita Palma d’oro alla carriera al Festival di Cannes che avrà inizio l’11 maggio. Il famoso regista sta preparando “Io e te”,  film tratto dal libro di Niccolò Ammaniti e rilascia una intervista a Federica Lamberti  Zanardi de la “Repubblica” in cui dichiara “È merito del Festival di Cannes. La Palma d’oro mi fa sentire in pista. Sembra un ossimoro. È un premio dato alla carriera e mi costringe a voltarmi indietro, ma in realtà mi fa sentire di nuovo in ballo. Perché voglio meritarmela per quello che farò nel futuro (…). Niccolò mi ha portato il suo libro che si svolge tutto in una cantina. L’ho letto e ho detto: eccolo, è perfetto (…)Certo avrei preferito continuare a fare film stando in piedi invece che su una sedia a rotelle. Ma questa è la realtà. E le realtà vanno sempre accettate. Possono essere sofferte, amare, all’inizio difficili. Ma una volta che l’hai accettata tutto cambia”..

Riguardo “Novecento”, il suo capolavoro che ha compiuto 35 anni dichiara: “Il grande successo di Ultimo Tango aveva generato in me un brutale senso di onnipotenza. Sentivo che al cinema potevo fare tutto quello che volevo. Così decisi di andare avanti con questa scommessa: fare un film sulla nascita del comunismo nella mia Emilia usando i soldi di tre distribuzioni americane.”

Bertolucci si è emozionato ultimamente per due film che a suo parere hanno dato nuova linfa al  cinema italiano: “Gomorra” di Garrone e “Il Divo” di Sorrentino. Bertolucci afferma. “In tutti e due ho sentito una grande capacità di fantasticare. Ecco! La libertà che c’è in questi due opere ha fatto ritrovare al cinema italiano la voglia di inventare”.

Bertolucci vede la  rinascita del cinema italiano in  Nanni Moretti e Paolo Sorrentino in concorso a Cannes a cui spera di portare fortuna.

Il regista afferma anche con desolazione: “Penso che oggi siamo in una situazione disperata. Negli ultimi anni il governo continua a vendicarsi sulla cultura. La realtà in cui viviamo è stata capace di togliere energia alla protesta. Trasgredire, progettare, protestare è come se non avessero più senso. Il sogno e l’utopia in questo momento fanno un silenzio assordante“. E ancora: “ quello che conta è l’attività del sognare. Che poi si realizzino i sogni non è importante. Prima di dare quel titolo a “The Dreamers” ci pensai molto perché mi dicevo: la parola sognatore in questo momento storico mi sembra un po’ in difficoltà. Ma poi mi è tornato in mente un verso di Dante: “come quello che sognando desidera sognare“. C’è tutto: in fondo anche l’utopia ha dentro una quantità di forze oniriche”.

Il regista di “Piccolo Buddha”,  passato attraverso il comunismo e la psicoanalisi  conclude: “Si vorrebbe essere costantemente innamorati ma non è possibile. E allora si fanno altre cose. Come un film. Io mi innamoro dei personaggi, degli attori. Durante le riprese c’è una forma particolare di amore, un’energia che coinvolge tutta la troupe. Poi accade una cosa terribile: dopo l’ultimo giorno di lavorazione tutto si dissolve. Non ci si incontra più, non ci si conosce più. Fino al prossimo film”.

Clelia Moscariello