Pesce contro l’infarto. Consumare pesce più di tre volte a settimana riduce del 16 % la probabilità di contrarre essere colpiti ictus. La riduzione può arrivare addirittura al 33 % se si scelgono merluzzo, tonno e pesci d’acqua. Ad affermarlo è un ampio studio svedese del Karolinska Institutet di Stoccolma pubblicato in questi giorni sulle pagine della rivista scientifica ‘American Journal of Clinical Nutrition’. I ricercatori hanno osservato per 10 anni quasi 35 mila donne tra i 49 e gli 83 anni. Al termine dei 10 anni, ogni donna ha risposto a circa 350 domande: una sorta di questionario sul loro stile di vita, le loro abitudini, le eventuali malattie croniche e tutto ciò che fosse necessario conoscere agli esperti per determinare lo studio.
Rischio più basso per chi consuma pesce. I dati emersi sono stati sorprendenti: è emerso che l’assunzione frequente di pesce durante la settimana serve a prevenire determinate malattie. Nel periodo di osservazione, circa il 4 % di esse ha avuto un ictus (1.680). Le donne che avevano l’abitudine di mangiare pesce per più di tre volte a settimana presentavano un rischio del 16 % più basso di chi lo consumava sporadicamente. Non solo: i pesci non sembrano tutti uguali nell’esercitare questo effetto positivo. Per le donne che mangiavano soprattutto merluzzo, tonno e pesci d’acqua dolce, il rischio risultava ridotto addirittura del 33 % rispetto a chi non consumava pesce. Per il team, è probabile che questa differenza possa essere legata alla diverse caratteristiche nutrizionali dei differenti pesci. Soprattutto, alla quantità di sostanze come acidi grassi e vitamina D.
Importanza di un’alimentazione ricca di pesce. Questo studio è servito per ribadire l’importanza del pesce all’interno della dieta alimentare. Il pesce infatti contiene delle proteine e grassi come gli omega 3 che sono molto salutari in quanto puliscono le nostre arterie dal colesterolo. La ricerca infatti non dimostra una relazione causa-effetto tra consumo di pesce e ridotto rischio di ictus. L’ictus è la causa più frequente di disabilità in persone adulte e una delle più frequenti cause di morte.
Adriana Ruggeri