Manette ai polsi del ladro di monetine. Roberto Cercelletta, meglio noto come “D’Artagnan“, è stato fermato ieri pomeriggio dalla polizia municipale del gruppo I e dagli agenti del commissariato Trevi con le accuse di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale e procurato allarme. Il ladro di monetine, tornato oggi a Fontana di Trevi, si è arrampicato a torso nudo sul monumento e si è reso protagonista dell’ennesima sceneggiata: dopo essersi ferito sulla pancia in segno di protesta contro la recente delibera dell’Amministrazione capitolina che prevede sia reato il furto delle monetine dalla celebre fontana romana, ha minacciato gli agenti con la stessa lametta con cui si è procurato il taglio. Sei agenti in borghese si sono dunque arrampicati sulla Fontana e hanno afferrato D’Artagnan, mentre un’autobotte dei vigili del fuoco aveva allestito una scala. Cercelletta è stato portato in ospedale piantonato dalle forze dell’ordine.
Alemanno: arresto delicato. “Voglio ringraziare il Questore di Roma, Francesco Tagliente, per la celerità con cui è intervenuto per collaborare con la Polizia municipale nell’operazione che ha portato questo pomeriggio (ieri, ndr) all’arresto di Roberto Cercelletta – ha dichiarato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno – Si è trattato di un intervento particolarmente delicato, svoltosi solo dopo il placet da parte della Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali, sia perché l’uomo arrampicatosi sulla Fontana di Trevi minacciava di ferirsi con una lametta, sia perché bisognava prestare la massima attenzione per non arrecare danni al monumento. Alla fine tutto si è concluso senza problemi e per questo mi unisco all’applauso della folla nei confronti delle forze dell’ordine che ha accompagnato l’arresto dell’uomo. La sceneggiata a cui ha dato vita Cercelletta arriva dopo l’approvazione della delibera di Giunta con cui le monete lanciate nella storica fontana del Bernini diventano proprietà di Roma Capitale, che continuerà a devolverle in beneficenza, e dopo che ieri sono state poste nella piazza le targhe in diverse lingue relative al divieto di raccogliere i soldi. E’ la dimostrazione – ha concluso il primo cittadino capitolino – che quel provvedimento era necessario e che ha colto nel segno”.
R. E.