In attesa che i rilievi fatti dai carabinieri diano le prime informazioni sulla morte di Davide, il ventitreenne deceduto dopo essere trovato stamane agonizzante e nudo nei boschi di Valle Scrivia (Genova) a pochi passi dal torrente Trebbia, alcuni elementi caratterizzanti la tragedia riportano alla mente altri due episodi di cronaca nera, entrambi accaduti soltanto pochi mesi fa.
Il ritrovamento di un cadavere completamente privo di vestiti o parzialmente svestito nelle immediate vicinanze di un corso d’acqua e l’apparente mancanza di particolari cause all’origine del decesso, al punto che i medici avrebbero poi parlato di assideramento, è una circostanza che in parte ricorda i casi di Elisa Benedetti e Daniel Busetti.
La ragazza di Città di Castello – Elisa aveva venticinque anni quando un sabato di fine gennaio, dopo essere uscita in compagnia dell’amica Vanessa, non tornò mai più a casa. La giovane perugina a fine serata fece perdere le proprie tracce, per poi essere ritrovata priva di vita due giorni dopo nei boschi umbri, fuori dall’auto e nelle immediate vicinanze di un fiume.
La ragazza la sera della scomparsa aveva telefonato più volte al 112, dicendo di essere in pericolo e sostenendo addirittura di essere stata violentata – circostanza questa poi esclusa dall’autopsia -, senza però riuscire a dare informazioni utili all’operatore per poter essere localizzata.
Quando venne ritrovata, Elisa sembrava essersi parzialmente svestita: nonostante questo i medici legali dichiararono che la morte era avvenuta per assideramento. Gli inquirenti ritengono che la vittima avrebbe assunto droghe poco prima di sparire.
Daniel, in fuga dopo un incidente – Nel mese di febbraio a Martinengo, in provincia di Bergamo, il ventenne Daniel Busetti si allontanò terrorizzato dopo aver commesso un incidente automobilistico, in cui nessuno rimase particolarmente ferito. Il ragazzo visibilmente scosso scrisse un sms alla fidanzata: “Ho fatto un incidente megagalattico, addio“.
Da quel momento, Daniel non ritornò più a casa e, nonostante fosse stato più volte avvistato, non venne mai convinto a ritornare sui propri passi fino a quando, il primo giorno di marzo, il suo corpo venne ritrovato nei pressi del torrente Chiusella, in provincia di Torino. Anche in quel caso i medici legali parlarono di assideramento e pure quella volta la vittima sembrerebbe essersi svestito, almeno per quanto riguarda il giubbotto e le scarpe.
Coincidenze? – E’ presto per inserire la morte del ventitreenne genovese tra i casi di decessi avvenuti in circostanze per così dire ‘strane‘. Ma anche se dagli esami autoptici non dovessero emergere particolari cause all’origine del decesso, verrebbe comunque molto difficile riuscire a ipotizzare una matrice comune per morti che già prese singolarmente appaiono poco comprensibili.
Eppure certe domande sorgono spontanee e questa volta non hanno nulla a che vedere con Antonio Lubrano.
S. O.