Concepito “in provetta” per salvare il fratello malato

Salvato da un fratellino in provetta. E’ stato concepitosu misura” per salvargli la vita e c’è riuscito: oggi Charlie Whitaker è vivo grazie al fratello Jamie e potrà condurre una vita normale. E’ guarito dall’anemia di Blackfan-Diamond, una malattia rara (colpisce 700 persone in tutto il mondo) che impediva di produrre sufficienti globuli rossi costringendolo a trasfusioni di sangue ogni due settimane ed era anche costretto a dover sopportare delle dolorose iniezioni. L’unica alternativa era un trapianto di cellule staminali.

La storia di Charlie e le polemiche. All’epoca dei fatti (2002) questa storia suscitò infinite polemiche verso i genitori dei due bambini, ma il risultato è che oggi quella è una famiglia felice e Charlie, il 12enne inglese che a 4 anni ha ricevuto cellule del cordone ombelicale del fratello Jamie, è guarito. I genitori erano volati a Chicago per aggirare la legge che in Gran Bretagna vietava la pre-selezione dell’embrione in provetta, una procedura ritenuta non etica dall’Autorità britannica per l’embriologia e la fertilità umana (Hfea). Affidandosi alla diagnosi genetica pre-impianto per la selezione dell’embrione, i medici avevano così potuto prelevare le cellule necessarie dal cordone ombelicale del fratello Jamie e, una volta verificato che non avesse la stessa malattia del fratellino, avevano proceduto con il trapianto. Anche Jamie sta benissimo ed è considerato dai genitori come il “fratellino salvatore”.

Vince la ricerca. Dopo il trapianto Charlie è stato costantemente monitorato e la malattia non è ricomparsa: cominciava a produrre la giusta quantità di globuli rossi e l’anemia poteva a un certo punto dirsi del tutto sconfitta. E nel 2004 la Hfea ha  ammorbidito le regole, anche se in Gran Bretagna il dibattito etico continua. «La gente usa il termine designer baby quando parla di Jamie, come a dire che l’abbiamo fatto nascere per averne “pezzi di ricambio”, ma è completamente sbagliato», ha detto mamma Michelle al Daily Telegraph: «Per noi è il fratellino salvatore. Grazie a lui Charlie sta bene e sa che deve la vita a suo fratello».

Adriana Ruggeri