La politica monetaria della Bce non cambia, anche se la scorsa settimana, nonostante gli investitori scommettessero su un nuovo rincaro, l’istituto centrale europeo non ha modificato i tassi di interesse. Il saggio di riferimento, infatti, resta fermo per ora all’1,25%, frutto della revisione apportata nella riunione del 7 aprile scorso. Il calo del prezzo delle materie prime, intanto, dà ossigeno all’economia mondiale.
Politica monetaria ‘accomodante’. Durante la conferenza stampa seguita alla riunione della scorsa settimana, Jean Claude Trichet, numero uno della Bce, ha rimarcato che la decisione di non modificare i tassi di interessi è stata adottata all’unanimità, ricordando che i tassi restano bassi e che l’attuale politica monetaria è molto accomodante.
Trichet, poi, non ha voluto rilasciare commenti sulle aspettative di un aumento dei tassi di interesse a luglio, ribadendo, però, che la debolezza dei paesi periferici dell’eurozona non influenzerà le decisioni di politica monetaria della Banca centrale.
Spinte inflazionistiche. Il presidente dell’istituto centrale, ancora, è tornato sull’argomento inflazione, ribadendo che la volontà dell’istituto resta quella di monitorare attentamente la dinamica dei prezzi per evitare pericolose spinte inflazionistiche. Per il banchiere, infatti, l’inflazione nell’eurozona resterà sopra il 2% anche nei prossimi mesi, in seguito all’aumento del prezzo del petrolio.
Il numero uno della Bce, inoltre, vede il rischio di un rialzo dei prezzi al consumo nel medio termine.
Non a caso oggi, durante il Global Economy Meeting tenutosi presso la Banca per i regolamenti internazionali a Basilea, Svizzera, Trichet ha sostenuto che il forte calo dei prezzi sui mercati delle materie prime è stato “salutare” per l’economia mondiale.
Si tratta di “una questione di grande importanza” che “ha un impatto diretto sull’inflazione in tutto il mondo”, ha aggiunto Trichet spiegando che il rincaro delle commodity nei mesi scorsi rischiava di alimentare l’inflazione a livello globale.
Rialzo a luglio? Per gli analisti il fatto che la Bce rimanga in fase di ‘attento monitoraggio’ rende molto probabile un rialzo del costo del denaro a luglio, visto che l’organo centrale continua a giudicare la politica monetaria ‘accomodante’ e a stimare i rischi per la dinamica dei prezzi al consumo verso l’alto, mentre vede bilanciati i rischi per la crescita.
Marco Notari