Roma – Messaggio video su internet del presidente del Consiglio in vista delle amministrative. Ancora accuse alla magistratura e all’opposizione. La replica del presidente della Camera: “I controlli valgono per tutti, mai vista in democrazia un’indagine sui giudici che processano il premier“.
Berlusconi – Il premier teme il voto delle amministrative che ormai sono diventate le elezioni pro Berlusconi o contro Berlusconi. Perciò scende in campo come suo solito, sferrando attacchi ovunque, magistratura, Colle, sinistra, televisioni e giornali.
Ora scopre un nuovo canale, internet. In tv c’è pericolo di dover rispondere a qualche domanda, a meno che Vespa non gli metta a disposizione studio e silenzio per 3 ore. Dunque un mezzo nuovo, anche se le parole si sentono da anni, visto che nell’intervento del presidente del Consiglio sono ripetuti tutti i temi e gli slogan del suo repertorio classico. “Le elezioni del 15 e 16 maggio sono elezioni amministrative, ma dobbiamo vincerle non solo per portare il buon governo nei comuni e nelle province, ma anche, e soprattutto, per confermare e rafforzare il nostro governo sul piano nazionale“.
Gli attacchi alla sinistra invece sembrano nuovi, chi la vota, secondo le sue parole, non solo si ritrova pieno di immigrati, di moschee, di pm, ma addirittura senza libertà: “Saremmo tutti meno liberi se la sinistra ritornasse al potere e mettesse in atto i programmi che ha annunciato“, aggiunge poi Berlusconi sostenendo che la sinistra “reintrodurrebbe l’Ici, che noi abbiamo abrogato, raddoppierebbe l’imposta sul reddito di Bot e Cct e dei dividendi delle azioni, istituirebbe la patrimoniale, consentirebbe le intercettazioni a tappeto, utilizzandole contro gli avversari politici, e lascerebbe spalancate le porte agli immigrati clandestini per poi concedere loro il voto e spostare la bilancia elettorale“. Peccato che queste cose a sinistra nessuno le ha mai proposte.
Fini – Gli attacchi del premier a Fini invece non sono nuovi, ha sempre un patto segreto con la sinistra e con i pm: “Il tentativo di Fini e delle sinistre di rovesciare il governo facendogli mancare la maggioranza in Parlamento è fallito ma non solo: ha dato vita a una nuova maggioranza che è oggi più esile nei numeri ma più coesa di prima. Abbiamo dunque la possibilità di governare e finalmente di realizzare quelle riforme dell’architettura istituzionale dello stato, della giustizia, del sistema tributario, che sinora a causa dei nostri alleati, prima Casini e poi Fini, non eravamo mai riusciti a realizzare perché nella maggioranza non avevamo i numeri per farlo. Sono convinto, invece, che riusciremo in questo nostro disegno entro la fine della legislatura e respingeremo con la politica dei fatti, gli attacchi, gli insulti, le menzogne che l’opposizione e le toghe militanti della sinistra continuano a seminare nelle piazze, nelle televisioni, sui giornali, contro di noi“.
Fini bacchetta Berlusconi – Alle parole di Berlusconi risponde Fini: “nessuno può pensare di non essere sottoposto ai limiti ed ai controlli previsti dalla legge. In Italia nessuna carica può fare tutto senza rispondere del proprio operato ad altri. E’ il risultato dei ‘pesi e contrappesi’ previsti dalla Costituzione. Se una sola istituzione può fare tutto senza rispondere ad altri, sarebbe una situazione di squilibrio e non avremmo una rigida ripartizione dei poter”. Le leggi le fa evidentemente il Parlamento. Ma non può farle solo in ragione della maggioranza che c’è in quel momento. La legge deve rispettare la Costituzione; per questo c’è nell’ordinamento la Corte costituzionale, il supremo organo che valuta la conformità delle leggi alla Costituzione“.
Riguardo la proposta, rilanciata ieri da Berlusconi, di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sull’operato dei pubblici ministeri, secondo Fini si tratta di una cosa mai vista. “Chiedere alla maggioranza che sostiene il governo di approvare una proposta di legge per una commissione parlamentare che debba indagare sui pm che stanno processando il presidente del Consiglio – ha sostenuto il presidente della Camera – mi sembra che non accada in nessuna democrazia del mondo“.
Matteo Oliviero