Con Babilonia – Il terzo paradiso prende il via l’Arsenale della Danza

Dall’undici al venticinque maggio a Venezia in scena la grande danza internazionale – L’11 maggio alle ore 20 sarà in scena sul palco del Teatro Malibran di Venezia Babilonia – Il terzo paradiso: la nuova coreografia creata da Ismael Ivo con protagonisti i danzatori della compagnia internazionale composta da 25 giovani di età compresa tra i 19 e i 24 anni e provenienti da tutto il mondo (USA, Canada, Russia, Grecia, Svezia, Brasile e Italia). Lo spettacolo sarà in scena anche il 13 maggio, sempre nel teatro veneziano con inizio alle ore 20, per poi iniziare una tournée in tutta Italia e all’estero: adova (17 maggio), Vicenza (19 maggio), Belluno (20 maggio), Treviso (21 maggio), Verona (24 maggio) e Rovigo (26 maggio), San Paolo del Brasile (1 e 2 giugno) e Santos (4 giugno).

Babilonia – Il terzo paradiso compie una riflessione sulla realtà multiculturale contemporanea e completa il percorso iniziato da Ismael Ivo con The Waste Land, in cui si puntava l’attenzione sulla terra minacciata dalle azioni dell’uomo, e proseguito con Oxygen in cui i danzatori rappresentavano la capacità di sopravvivenza dell’uomo e il respiro, l’attività più naturale e necessaria dell’uomo. Questa terza creazione pensata per l’Arsenale della Danza è stata invece dedicata all’idea della mescolanza di lingue, culture, arti che attraversa il mondo di oggi e che ne costituisce la vera ricchezza e l’attesa di un futuro migliore.
Racconta Ismael Ivo nella presentazione dello spettacolo: “un corpo che molto spesso è determinato da un contesto dove il pensiero è aggressivo e crea divisioni. Un pensiero basato sul dualismo tra potere e sottomissione, su un sistema di oppressione del debole da parte del più forte. Da questo conflitto, che sembra inevitabile, nasce la possibilità di liberare il proprio corpo e di conseguenza di collaborare per liberare quello dell’altro. Si comincia cercando soluzione diverse e nuovi contesti. L’arte della danza serve per ricordarci che mancano totalmente alcuni valori naturali a cui non siamo più abituati, come la condivisione, l’amicizia e la familiarità. L’essere umano, nonostante i progressi tecnologici, rischia di dover affrontare il pericolo di uno stato vicino all’estinzione. Noi, come nuovi dinosauri, siamo prigionieri della confusione e ci troviamo a lottare costantemente per ritrovare la capacità di comunicare. C’è un senso disperato di non appartenenza a nessun luogo, espresso nel vocabolario del conflitto corpo a corpo”.

Nella scenografia essenziale composta da uno spazio vuoto e bianco i danzatori si esibiscono sulle musiche dell’epoca barocca eseguite dalle voci bianche dei castrati che evocano un’atmosfera dalla bellezza surreale ma anche carica di terrore. I venticinque giovani danzatori della compagnia hanno effettuato un percorso di crescita personale e professionale attraverso le masterclass tenute dai migliori coreografi a livello internazionale e hanno potuto consolidare il loro talento per affrontare con maggior consapevolezza i loro futuri impegni lavorativi.

Beatrice Pagan