Fini: Berlusconi è allergico al dibattito

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervistato ieri da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione “Potere“, non ha risparmiato “colpi” al premier Silvio Berlusconi. Scartando categoricamente la possibilità che il Cavaliere possa un giorno diventare presidente della Repubblica, il numero uno di Fli ha però sottolineato che il presidente del Consiglio porterà a termine con ogni probabilità la legislatura in corso perché premiato da un ampio consenso. “E’ allergico alle regole – ha poi aggiunto Fini – ma non è paragonabile a Mussolini“. Quanto ai sospetti sollevati su un suo presunto accordo con i magistrati siglato per ostacolare la riforma della giustizia tanto cara a Berlusconi: “E’ solo una colossale panzana“, ha taglaito corto il presidente di Montecitorio.

Premier allergico al dibattito – Un uomo confortato da un ampio consenso, spavaldo frequentatore della Costituzione ma non per questo antidemocratico. Ecco, in sintesi, il ritratto che Gianfranco Fini ha fornito ieri sera del presidente del Consiglio nel corso della trasmissione televisiva “Potere“. “Berlusconi lo conosco bene – ha esordito il leader di Fli – e proprio perché l’ho conosciuto e lo conosco bene, ritengo doveroso contrastarne alcune pulsioni. Sa bene che la sovranità appartiene al popolo, ma è allergico a ogni contrappeso. Non conosce cosa significhi, all’interno di un partito, fare un dibattito che si può concludere con un voto, un contrasto, una critica. E’ un uomo – ha rimarcato Fini – che ha un bisogno spasmodico di essere amato”.

Nemici e panzane – Un ragionamento che il presidente della Camera ha continuato così: “Quando non riesce a trasformare in fatti le tante promesse con le quali raccoglie il consenso – ha ripreso il leader di Fli – inevitabilmente finisce con aver bisogno di un nemico, sia esso il comunismo, i magistrati politicizzati, il giornalismo militante o l’alleato infedele. Non sono stato io ad aver cercato Berlusconi, è stato lui ad avermi cercato, quando disse che a Roma avrebbe votato me come sindaco. Non c’è alcun astio – ha precisato il presidente dei deputati – solo che non sopporto le bugie come quella che me ne sono andato dal partito. E’ sbagliato – ha scandito Fini – perché sono stato cacciato. L’altra colossale bugia che Berlusconi continua imperterrito a dire è il patto con i magistrati, raccontatogli non si sa bene da chi. Quella – ha tagliato corto il leader di Fli – è solo una colossale panzana“.

Mai al Colle – Ma di fronte all’ingombrante confronto tra il Cavaliere e Mussolini posto dall’intervistatrice, il presidente della Camera non ha tradito tentennamenti: “Non dica sciocchezze – ha risposto – non faccia offese alla sua intelligenza. Mussolini appartiene a un’altra epoca, instaurò una dittatura. Berlusconi non c’entra nulla: è un uomo politico che accetta le regole della democrazia, magari le vuole piegare un po’ troppo al proprio tornaconto – ha ammesso – ma ha un consenso popolare. Non è un antidemocratico, né tanto meno un aspirante dittatore”. E sulla possibilità che Berlusconi lasci palazzo Chigi per raggiungere il Colle più alto: “Non diventerà mai presidente della Repubblica – ha profetizzato il numero uno di Montecitorio – perché nel prossimo Parlamento, nonostante responsabili e disponibili di varia natura e nonostante qualsiasi legge elettorale vorrà inventarsi, non avrà la maggioranza”. Del resto, ha concluso il leader di Fli: “Il belusconismo è in una fase di superamento,  anche se il premier non vuole rassegnarsi”.

Maria Saporito