Chi ha ucciso Melania Rea, la ventinovenne originaria di Somma Vesuviana il cui corpo è stato trovato a Ripe di Civitella il 20 aprile dopo essere scomparsa due giorni prima, forse da Colle San Marco?
I maggiori sospetti sembrano ricadere su Salvatore Parolisi, marito della vittima e caporalmaggiore dell’esercito. L’uomo, stando a quanto da lui dichiarato, fu l’ultima persona a vedere Melania: i due si sarebbero trovati a Colle San Marco per fare un picnic, quando la donna si allontanò per sparire definitivamente. Ma la versione del vedovo pare non aver convinto gli inquirenti al punto che si sospetta che l’uomo abbia potuto inventare di sana pianta ciò che sarebbe successo il lunedì della scomparsa. I motivi per cui l’avrebbe fatto, però, non sono tuttora ben chiari: forse perché implicato nella vicenda oppure per il desiderio di proteggere qualcuno o qualcosa.
Ma siamo nel campo delle ipotesi e bisognerà attendere diversi giorni prima che la posizione dell’uomo venga chiarita. Nel frattempo, c’è però chi non riesce a immaginare il marito di Melania come ipotetico assassino o complice: ne è sicura la famiglia della vittima, ma lo pensano anche le ragazze che nel corso degli anni sono state sue reclute.
Rispettoso e disponibile – Silvia (nome di fantasia, ndr) ha 25 anni e tre anni fa prese parte al corso di addestramento reclute (Car) presso il 235° Rav piceno. Lo stesso in cui il caporalmaggiore Salvatore Parolisi svolge il ruolo di istruttore.
Silvia è una delle tante a essere rimasta incredula davanti all’intera vicenda e tuttora resta convinta che l’uomo che per un anno ha seguito lei e le altre colleghe con impegno e professionalità, non potrebbe mai aver compiuto un atto di tale brutalità.
Quando hai conosciuto Salvatore Parolisi?
L’ho conosciuto ad Ascoli quando iniziai il corso Car tre anni fa. Lui era il mio istruttore. All’epoca ricordo che si era sposato da poco, era appena rientrato dalla luna di miele. Sembrava felice anche se ricordo che la moglie non volesse spostarsi dalla Campania, per il resto della loro storia non ho più saputo nulla.
Che tu sapessi, il caporalmaggiore parlava mai della moglie?
Con qualche mia collega aveva parlato di Melania, ripeto, sembrava felice anche se ovviamente io parlo del primo periodo, quando si erano appena sposati. Io la moglie non l’avevo mai vista prima della tragedia: l’ho vista per la prima volta quando ho capito che il marito della ragazza uccisa nella zona di Ascoli era proprio il mio ex istruttore e così ho avvisato tutte le ragazze con cui mi tengo in contatto tramite Facebook.
Come hanno reagito loro?
Incredulità, stupore. Nessuno pensa che il caporalmaggiore Parolisi abbia potuto compiere un atto del genere.
Hai mai frequentato il Bosco delle Casermette, il luogo dove è stato trovato il cadavere di Melania?
Si, siamo stati in quel bosco quando abbiamo fatto la continuativa, cioè un’attività di addestramento che dura tre giorni e due notti, una delle quali trascorsa proprio lì. Avevamo montato le tende e io ero una delle tante ragazze che durante la notte aveva sorvegliato l’area. Sono stata nel Bosco delle Casermette solo in quell’occasione.
Hai mai conosciuto la soldatessa che ha dichiarato di essere l’amante di Parolisi?
No, non la conosco anche perché dovrebbe aver fatto il corso circa un anno dopo me. Però posso dire che lui sul lavoro è sempre stato professionale: l’ho sempre visto come un ragazzo tranquillo, pronto ad aiutarci quando eravamo giù e credevamo di non riuscire a fare qualcosa. Non fece mai lo ‘scemo’ con noi ragazze.
Un aneddoto che ti richiama alla mente il caporalmaggiore?
Una volta scherzando ci disse: “Sistematevi ‘sti champignon”. Voleva riferirsi al modo di raccogliere i capelli che hanno le donne durante l’orario di servizio: in verità si chiama chignon. Io ricordo il caporalmaggiore come una persona a cui piaceva scherzare.
Che idea ti sei fatta di questa indagine? Pensi che il colpevole possa avere a che fare con gli ambienti militari?
Onestamente non so più cosa pensare. Il suo racconto circa la mattina del 18 aprile e del picnic a Colle San Marco potrebbe sembrare una bugia. Pare che abbia nascosto troppe cose. Riguardo al fatto che all’origine di tutto possa esserci implicato qualcuno che ha a che fare con il lavoro militare, beh, non lo escluderei.
Simone Olivelli