Basket, morte Traylor – Non è stato un fenomeno e forse nemmeno un giocatore trascendentale. Ma per molti è stato un mito, un giocatore simpatico, così simpatico da trasformarsi in un idolo. Robert Traylor se n’è andato a soli 34 anni, tradito da un cuore già provato da un intervento chirurgico.
Era, per tutti gli appassionati della palla a spicchi, “il Trattore”: un soprannome nato a causa della sua stazza poderosa: 140 kg per 2.03 metri. Un omaccione insospettabilmente leggiadro e tecnicamente educato. Che ieri ci ha lasciati.
La carriera in Nba – Dopo alcune buone stagioni con il college del Michigan, Traylor viene scelto col numero 6 nel draft del ’98. Si ritrova ai Milwaukee Bucks (mentre Dallas, che aveva scambiato le posizioni con i Bucks, sceglieva col 9 Nowitzki…) e diventa subito un idolo. Nonostante la conformazione fisica tutt’altro che atletica, “il Trattore” s’impone in quintetto e i tifosi lo festeggiano con una suonata di corno ad ogni canestro. Il sogno dura poco: l’anno dopo perde il posto e viene mandato a Cleveland, dove tornerà dopo l’esperienza agli Hornets (trasferitesi, con lui in roster, da Charlotte a New Orleans). La carriera non decolla, anzi: in 438 gare mette in media la miseria di 14.3 minuti e 4.8 punti. Meno ancora i rimbalzi. In più, il cuore fa le bizze: si deve operare all’aorta.
Il declino e il sipario – L’intervento non gli permette di superare i test fisici per giocare con i Nets, ma Traylor non si abbatte e prova avventure all’estero: Spagna, Portorico, Turchia e anche l’Italia, con la Martos Napoli che, prima di essere travolta da seri problemi economici, ingaggia il gigante di colore che chiude l’esperienza italiana con una media di 9.9 punti e 6.7 rimbalzi. Dopo Napoli, torna a Portorico dove firma con i Vaqueros de Bayamon: sarà la sua ultima squadra. In campionato viaggia a 8 punti di media. Ma tre settimane fa viene messo in lista infortunati senza motivi meglio specificati. Morirà da solo, per un attacco cardiaco. A soli 34 anni Robert Traylor, l’omone che veniva festeggiato col corno, se n’è andato.
Edoardo Cozza