E’ la donna della discordia, la candidata che ha rinfocolato la competizione tra Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini. Dorina Bianchi, esponente dell’Udc, è l’aspirante sindaco che a Crotone è sostenuta anche dal Pdl. Il Cavaliere in persona, sabato scorso, l’ha raggiunta per presenziare a un comizio elettorale in suo onore, nel corso del quale non ha mancato di polemizzare contro l’ex delfino Casini. Ne è scaturito un piccolo casus belli a casa dei centristi, con Cesa e Casini infuriati con la Bianchi, che non ha interrotto il premier nelle sue insinuazioni piccate. “Io non lo stavo nemmeno ascoltando – si è difesa lei – e poi cosa avrei dovuto fare? Interrompere la festa?”.
La discesa di Berlusconi – Non sono giorni facili per Dorina Bianchi. La candidata sindaco di Crotone non deve solo fare i conti con i giorni conclusivi della sua campagna elettorale – carichi di impegni e di stress – ma deve anche fronteggiare una battaglia ingaggiata con i big nazionali del suo partito: Lorenzo Cesa e Pier Ferdinando Casini. Per capirne il motivo bisogna fare un passo indietro e ritornare al comizio organizzato al palazzetto dello sport di Crotone sabato scorso. A sponsorizzare la centrista è arrivato Silvio Berlusconi in persona che, tra una battuta e l’altra, si è lasciato andare a un’osservazione poco cortese nei confronti di Casini: “Senza lui e Fini – ha sostanzialmente affermato il premier – finalmente possiamo fare le riforme”.
Una candidata distratta – Una dichiarazione che, secondo il segretario e il leader dell’Udc, avrebbe dovuto indispettire la Bianchi, che ha invece ascoltato seraficamente il discorso del premier senza battere ciglio. Interpellata oggi da Il Corriere della Sera, l’aspirante sindaco ha tentato un’autodifesa: “Guardi che io, l’altro giorno, al palazzetto dello sport, su quel palco, non mi sono accorta proprio di niente – ha esordito – Mi sono ritrovata sul palco insieme a Berlusconi e subito c’è stato un vero boato, una folla bellissima che applaudiva, un piccolo trionfo mentre lui, il Cavaliere, ha cominciato a parlare e io, francamente, non è che stessi lì a memorizzare le sue frasi. Per capire cosa avesse fatto tanto arrabbiare il mio partito – ha continuato Dorina Bianchi – sono dovuta andarmi a sentire la registrazione”.
Una questione di gratitudine – Un vero e proprio misunderstanding, dunque. “Mettiamo pure che io mi fossi accorta di quella frase – ha ripreso l’esponente dell’Udc – Secondo Cesa e Casini, cosa avrei dovuto fare? Interrompere il premier, rovinare la festa, prendere il microfono e dire: e no caro il mio presidente, non le permetto di dire certe cose! Questo avrei dovuto dire al presidente del Consiglio che, in nome dell’alleanza che l’Udc ha qui stretto con il Pdl, m’aveva fatto il regalo di scendere a Crotone per darmi una mano?”. Non solo: rotta l’iniziale ritrosia, la Bianchi ha dato sfogo a considerazioni urticanti sul suo leader nazionale: “Quando Casini venne qui ad aprire la mia campagna elettorale – ha ricordato – disse robe tremende su Berlusconi. Eppure, niente, zero, nemmeno mezza polemica”. Una considerazione che sembra segnare la rottura col suo partito, tanto che alla provocazione del giornalista che le ha chiesto se stia meditando di “traslocare” nel Pdl: “Bè, se nell’Udc mi cacciano…” ha risposto un po’ imbarazzata la Bianchi.
Maria Saporito