Libia: a Tripoli colpito il compound di Gheddafi

Se la Nato continua a negare che l’obiettivo dei suoi attacchi sia direttamente Muammar Gheddafi, i raid di questi giorni vedono il cerchio dei bersagli stringersi sempre di più intorno al Colonnello. Erano passate poche ore da quando la televisione di Stato aveva mostrato le prime immagini del Raìs dopo il bombardamento Nato nel quale aveva perso la vita uno dei suoi figli. Poche ore ed è subito arrivato un altro pesante attacco da parte dell’Alleanza, con gli aerei che a Tripoli hanno colpito il compound del dittatore, già bersaglio dei raid per diverse volte dall’inizio della missione. Questa volta, però, l’edificio è stato colpito: completamente distrutta la parte laterale, con diversi crateri che si sono aperti intorno alla zona del bombardamento.

Immediata la reazione dei funzionari di regime, che hanno denunciato la morte di tre civili e il ferimento di altri 25. Mussa Ibrahim, portavoce del governo di Tripoli, ha fatto sapere ai giornalisti che la zona colpita dai raid è un punto nel quale ogni sera decine di persone e famiglie si riuniscono per manifestare in favore di Gheddafi.

Un quartiere, dunque, molto popolato nel quale era difficile non prevedere rischi per i civili. E infatti, sul bombardamento di questa notte del compound di Bab al Aziziya, resta incerto il numero di vittime. Sempre altre fonti governative parlano di almeno sei vittime, oltre a decine di feriti. Precisando sempre che si trattava di civili. La replica alle denunce di Tripoli è arrivata in giornata da un funzionario Nato: “Queste location ha dichiarato riferendosi al compound – erano note per essere strutture di comando e controllo da dove venivano coordinati gli attacchi contro la popolazione civile della Libia. Sebbene la possibilità di danni collaterali sussista sempre, stiamo facendo di tutto per ridurre queste eventualità.

Intanto a Londra il Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt) è tornato a chiedere armi agli alleati occidentali e, rivolgendosi alla Nato, spinge affinchè Gheddafi sia considerato “un legittimo obiettivo”. Domani Tom Donilon, consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa, riceverà il capo degli insorti Mahmud Jabril. Un colloquio che potrebbe rappresentare un passo importante per il riconoscimento ufficiale del Cnt da parte di Obama, che finora ha considerato il Consiglio soltanto come un affidabile interlocutore.

Cristiano Marti