Melania, criminologo Lavorino: Regolamento di conti tra donne

Nel giallo di Ripe di Civitella, località del teramano dove il 20 aprile scorso venne ritrovato tra i boschi il cadavere di Melania Rea, mamma ventinovenne e sposa di Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dell’esercito, le indagini non sono ancora giunte a delineare un quadro ben definito circa i punti essenziali del delitto: movente, arma utilizzata, presunti colpevoli. Nemmeno sul luogo in cui è avvenuto l’assassinio si è ancora certi al cento per cento.
Nelle ultime ore le attenzioni si sono concentrate proprio su Parolisi: nella sua deposizione, più volte ripetute agli investigatori, molti punti sembrano soffrire di imprecisioni e reggersi su una logica poco solida. Tuttavia, al momento, l’uomo rimane non indagato ufficialmente. Ieri, a parlare del giallo è stato anche il criminologo Carmelo Lavorino che si era già espresso sul caso nelle scorse settimane.

Potrebbe essere stata una donna – Lavorino all’indomani del ritrovamento del cadavere di Melania Rea aveva ipotizzato un collegamento con il delitto dell’Ardeatina, dove a inizio marzo venne rinvenuto il corpo di una donna fatto a pezzi. Il criminologo aveva dichiarato: “Dobbiamo uscire dagli schemi di cui ci parlano nei film, da un modus operandi che è sempre lo stesso. La storiella del serial killer che segue gli schemi fa parte di una fantasia horror. Assassini del genere hanno una fantasia macabra illimitata, ogni volta che uccidono una persona lo fanno con metodiche nuove e con strumentazioni varie”.
Dopo queste settimane di indagini, però, l’esperto pare aver cambiato opinione e il fatto emerge dalle dichiarazioni rilasciate ieri all’agenzia Adnkronos: “L’omicidio è del tipo domestico-amicale, personale. Potrebbe trattarsi di un regolamento di conti fra donne. L’ipotesi di un omicidio maniacale o a sfondo sessuale oggi perde consistenza“.
Lavorino, parlando della scena del crimine, ha poi aggiunto: “La siringa trovata sul corpo, la posizione del laccio emostatico, le ferite a diversi livelli di tempo sulla vittima fanno pensare a messa in scena, a un’alterazione della scena e a un depistaggio per fare credere quello che non è, cioè un omicidio a sfondo sessuale commesso da un maniaco. E le ferite trovate sul corpo, successive alla morte, dimostrano che l’assassino ha avuto il tempo di organizzare il depistaggio”.
Stando così le cose, l’assassino potrebbe essere una donna: “Sembra un litigio causato da problemi personali con quello che sarebbe poi diventato l’assassino. Un omicidio non premeditato e non necessariamente avvenuto per mano di un uomo“.

S. O.