Nudo- Dal cinema alla televisione, dai cartelloni pubblicitari ai quotidiani, il nudo approda adesso anche al mondo della musica. A sperimentare questo accostamento le tre cantanti napoletane Fiorenza Calogero, Daniela Fiorentino e Lorena Tamaggio che, sulla copertina del loro album “Sotto il vestito… Napoli” si mostrano come mamma le ha fatte. Nude in copertina, spiegano le cantanti, “per svelare l’anima di Napoli”. Accanto alle tre, negli scatti di Sergio Siano, anche numerose icone della tradizione partenopea, tra le quali non poteva mancare Pulcinella. Se nuova è la loro “veste”, non lo sono invece le loro voci, già note per il “Canto delle lavandaie del Vomero” nel film “Passione” di John Turturro.
Passato e futuro– Il nudo rappresenta, secondo il musicista Lorenzo Hengeller, il punto di incontro tra la musica del passato e quella contemporanea. Il suo compito, infatti, sarebbe quello di spogliare i capolavori della musica napoletana per farli rivivere in una nuova veste moderna, che si avvicini di più alle esigenze di oggi. Un lavoro dall’arduo compito di riproporre il classico in chiave moderna, rispettandone gli standard e senza confusioni stilistiche. Il passato è il fulcro intorno al quale ruota tutto il lavoro ma comunque ne rimane il punto di partenza. Da qui parte il percorso musicale che guida l’ascoltatore in un viaggio che attraversa decenni di musica fino all’approdo ai nostri giorni.
Provocazione- Sicuramente una provocazione coraggiosa quella proposta in “Sotto il vestito… Napoli”, sia nella scelta dell’immagine che in quella musicale. Le tre giovani voci, spogliate affinché “protagoniste dell’album siano solo le curve melodiche“, dice il produttore artistico Federico Vacalabre, dovranno affrontare la duplice sfida della vista e dell’udito, nel tentativo di far coesistere nuove sonorità e canoni classici, nei testi dai temi che spaziano dall’amore al sesso, dalla morte al destino. Un mix incredibile, quindi, di voce, musica e immagine che non cerca allo scandalo, come più volte sottolineato dai protagonisti, ma mira all’essenzialità dell’anima di Napoli.
Maria Serena Ranieri