Melania, marito a Quarto Grado: Basta scocciarmi, sono innocente

Salvatore Parolisi si ribella alla pressione dei media che dà giorni fanno da eco a quelle che sembrano qualcosa in più di semplici indiscrezioni. Il fatto che il marito di Melania Rea, la donna trovata uccisa tra i boschi di Ripe di Civitella lo scorso 20 aprile con decine di coltellate, sia la persona su cui, seppur non essendo iscritta nel registro degli indagati, gravitano la maggior parte dei sospetti è ormai evidente. Gli investigatori, nonostante abbiano ripetuto più volte che l’uomo è considerato una persona informata sui fatti, negli ultimi giorni hanno intensificato gli interrogatori per cercare di fare luce sulle ombre proiettate dal racconto del caporalmaggiore. Tuttavia Parolisi continua ad affermare la propria estraneità nella vicenda e oggi, rilasciando un’intervista alla trasmissione Quarto Grado che andrà in onda tra pochi minuti, chiede di essere lasciato in pace perché lui a Melania non avrebbe mai potuto farle del male.

Appello – Parolisi per la prima volta ha parlato delle vicende che sono venute fuori negli ultimi giorni e che hanno minato l’immagine di coppia perfetta che l’uomo aveva ritratto parlando del rapporto che aveva con la moglie. Ai microfoni di Quarto Grado, il vedovo ha dichiarato: “Uno ammette i propri errori. Ma non c’entra niente con quello che è successo a Melania“.
Poi, senza voler nascondere lo stress a cui è stato sottoposto nelle ultime settantadue ore, il caporalmaggiore si è sfogato: “Anziché indagare su quello che uno ha potuto fare, sbagliare o meno, andassero a beccare chi è stato. Chiedo questo a tutti: darmi una mano, a chi ha visto qualcosa e sentito qualcosa lì a San Marco. Non voglio che si continui a far soffrire la mia famiglia, la sua famiglia, tutte le persone che la conoscono e sentire tutte queste cose su di me”.
L’appello del marito di Melania è rivolto “a tutti i giornalisti” e si conclude con una promessa di silenzio stampa: “Non voglio essere più scocciato, non voglio più fare interviste. Le faremo alla fine. Basta”.

S. O.