Bologna, croce celtica in sede Pd: attaccato candidato del centrosinistra

Rientrando in extremis nel rispetto del silenzio elettorale ma contravvenendo alla legge n. 205 del 1993, conosciuta dai più come Legge Mancino, che stabilisce che “chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” è oggetto a una pena che può arrivare fino ai tre anni di reclusione, qualcuno ieri sera ha imbrattato l’ingresso del circolo ‘Galvani‘, sede del Partito Democratico a Bologna, con una croce celtica.

Attacchi al candidato di centrosinistra – Mentre fa discutere ancor’oggi la polemica a Milano tra il sindaco in carica, e candidato per il centro destra, Letizia Moratti e l’esponente del centrosinistra Giuliano Pisapia con l’accusa rivolta a quest’ultimo, attacco che probabilmente avrà strascichi legali a causa della sua infondatezza, di aver frequentato negli anni settanta i terroristi di sinistra; nella rossa Bologna – che da qualche tempo a questa parte è attraversata da sfumature sempre più verdi – ignoti hanno disegnato un simbolo di memoria fascista davanti alla sede del Pd, la stessa in cui è iscritto l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi.
A fare da contorno anche numerosi foglietti su cui campeggiavano vignette contro il candidato a sindaco del centro sinistra Virginio Merola.
A commentare l’episodio è intervenuto il segretario del circolo Raffaele Donini che ha dichiarato: “Un atto vile vile, un gesto contrario al dialogo libero e democratico tra forze politiche e sociali, che come Pd abbiamo sempre promosso e difeso”.

Simone Olivelli