Dopo Babilonia – Il terzo paradiso e Pororoca continua il programma della Biennale Danza con Reform Club – Il palco del Teatro Piccolo Arsenale di Venezia ospita il terzo spettacolo in programma nell’ambito della Biennale Danza: Reform Club di Michele Di Stefano con protagoniste le danzatrici del corso di Teatrodanza di Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, in scena sabato 14 maggio alle ore 20.
Le danzatrici del terzo Corso di Teatrodanza (Lorena Amico, Elda Gallo, Alessandra Gaeta, Stefania Lazzeri, Camilla Monga, Alessandra Rizzuto e Claudia Rossi) portano in scena una rilettura del repertorio del gruppo MK di Michele Stefano che lavora nell’ambito di quella che i critici hanno definito non-danza o anti-coreografia. La non-danza è nata da un pensiero radicale che rifiuta il teatro di rappresentazione e prende forma grazie a operazioni concettuali o gesti ironici dove tutto è danza, dando vita sul palco ad un senso si spaesamento. Michele Di Stefano spiega in questo modo il risultato del suo lavoro con le danzatrici del Teatro Scuola Paolo Grassi: “uno spazio di attraversamento, in cui testare la scrittura di linguaggi non riconducibili ad uno stile predefinito; piuttosto viene messa a punto una grammatica il cui tratto fondamentale è il potere di scambio, cioè l’intercambiabilità dei suoi componenti e la sua traducibilità. Al corpo che cerca questa qualità poliglotta ogni movimento può apparire utile, non importa quanto il suo design sia stereotipato o sofisticato”.
Lo spettacolo Reform Club diventa il luogo dove viene accettata la scommessa di circumnavigare il globo da parte del protagonista del romanzo di Verne Il giro del mondo in ottanta giorni. Di Stefano descrive con queste parole lo spettacolo: “Il viaggio pieno di imprevisti è affrontato con imperturbabile distacco e fiducia illimitata in un ordine che sembra iscritto nella Terra stessa, ma a ben guardare è anche un’allegra accettazione del carattere labirintico del mondo. Come dice il geografo, l’antropologia tende sempre più a considerare il tradizionale villaggio rurale come la sala d’aspetto di un aeroporto: a ritenere cioè lo spostamento, il viaggio, la migrazione non come un semplice accidente dell’esistenza umana, come un evento fortuito e accessorio, ma al contrario come la pratica costitutiva dell’identità del soggetto, anzi di ogni espressione culturale”.
Il Teatrodanza della Scuola Paolo Grassi di Milano è diretto dalla critica Marinella Guatterini e segue il modello delle scuole europee. E’ già stato ospite della Biennale Danza nel 2009 con lo spettacolo A Study of Sudden Birds di Yasmeen Godder e nel 2005 con Millimetri di Sergio Antonino.
Beatrice Pagan