Al Carlo Felice di Genova la “Madama Butterfly” di Stefano Ranzani

Si conclude con “Madama Butterfly”, in scena giovedì prossimo alle 20:30, la mini stagione lirica del Teatro Carlo Felice di Genova. A dirigere l’opera pucciniana la sapiente bacchetta di Stefano Ranzani, maestro di fama internazionale, che nelle due repliche di giugno lascerà la direzione dell’Orchestra e del Coro dello stabile a Giacomo Sagripanti. La regia è affidata a Ignacio Garcia mentre le scene e i costumi sono di Beni Montresor e le luci di Luciano Novelli. Un allestimento essenziale, dominato dal bianco, sinonimo di lutto per gli orientali, presentato per la prima volta il 23 aprile del 1995 e, da allora, divenuto uno dei più ammirati e fortunati mai prodotti dal lirico genovese. A portare in scena le vicende dell’infelice Madama Butterfly un cast vocale di assoluto prestigio, con il soprano Hui He nel ruolo della protagonista, Cio-Cio-San, Elena Cassian nei panni della fedele ancella Suzuki, Sara Cappellini Maggiore interpreterà Kate Pinkerton mentre Massimiliano Pisapia sarà il tenente della flotta americana F.B. Pinkerton. George Petean nel ruolo del buon Sharpless, console degli Stati Uniti a Nagasaki, Mario Bolognesi nel ruolo dell’intrigante Goro e Armando Gabba sarà sia il Principe Yamadori che il Commissario Imperiale, Seung Pil Choi lo zio Bonzo.

«Torno al Carlo Felice dopo dodici anni – ha spiegato Stefano Ranzani – e ho trovato in tutti, dalle maestranze tecniche ai professori d’orchestra una grande voglia e impazienza di fare, di riaprire, di produrre arte attraverso i suoni. Prima di parlare della Butterfly – ha continuato il direttore grande esperto del repertorio pucciniano – voglio pensare un momento allo stato della lirica e allo stato del nostro Paese. La cultura è un costo, ma non si può azzerarla, preferendole magari la tv, spesso troppo accesa. Non ho niente contro la televisione, è un elettrodomestico come il frigorifero o un frullatore, ma diventa un problema quando i bambini parcheggiati lì davanti hanno come unica aspirazione quella di diventare velina o calciatore, personaggi effimeri che non valgono nulla. Il teatro invece parla alla vita delle persone. Noi siamo piccoli artisti subordinati alla partitura, ma abbiamo la missione di trasformare in arte e suono quelle piccole palline bianche e nere stampate sul pentagramma».
E a chi andrà a teatro a vedere questa Butterfly, Ranzani assicura: «Non potrà uscire senza versare lacrime».

Valentina De Simone