Uomini, che davano una mano alla Camorra, anche tra le forze dell’ordine. E’ questa l’inquietante scoperta fatta dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) di Napoli che oggi, insieme al contributo degli agenti della Squadra mobile della città partenopea, ha arrestato tredici persone ritenute vicine al clan dei Casalesi.
A finire in manette sono stati personaggi considerati colpevoli di aver fatto da prestanome al killer Giuseppe Setola, considerato capo dell’ala stragista del clan. Nel corso dell’operazione che ha coinvolto circa un centinaio di uomini sono stati sequestrati anche beni immobili: complessi turistici, centri sportivi e discoteche, tutti dislocati tra le provincie di Napoli e Caserta. L’ammontare del valore delle strutture sequestrate è stato stimato in una cifra pari a diversi milioni di euro.
Poliziotto gestiva discoteca del clan – I dettagli più clamorosi dell’inchiesta riguardano però, come già accennato, l’implicazione negli affari malavitosi di ben tre poliziotti, tutti prontamente raggiunti dal mandato di custodia cautelare.
Secondo gli inquirenti uno dei tre agenti, durante l’orario di servizio, era impegnato come gestore della discoteca ‘El divino’, il cui proprietario era Luigi Russo, in carcere per associazione camorristica.
Quest’ultimo già proprietario di diversi alberghi è stato accusato di aver ospitato nelle proprie strutture diversi esponenti dei Casalesi, tra cui lo stesso killer Giuseppe Setola. Ma alcuni dei beni in possesso di Russo risultavano intestati ad altri due agenti della polizia che così sono stati accusati di intestazione fittizia di beni.
I mandati di arresto sono stati firmati dal gip Nicola Miraglia del Giudice, su richiesta dei pm Antonello Ardituro, Giovanni Conso, Catello Maresca, Alessandro Milita e Cesare Sirignano.
S. O.