Frattini: Gheddafi in ginocchio, si sta trattando per l’esilio

Il regime di Muammar Gheddafi sarebbe ormai in ginocchio, come un pugile suonato, pronto ad accettare che dal proprio angolo venga gettata la spugna. A sostenere ciò è stato oggi il ministro degli Esterni Franco Frattini che ha fatto così intendere che il conflitto in Libia, e di conseguenza la partecipazione da parte del nostro Paese alla missione Nato che nelle ultime settimane ha fatto parecchio discutere, potrebbero vedere il proprio epilogo a breve.
Il ministro Frattini ha dichiarato: “Il regime ha le ore contate. Le minacce degli ultimi giorni sono l’ultimo tentativo, un po’ disperato, di intimorire”.

Porta di servizio – Il capo della Farnesina ha poi anticipato quello che potrebbe essere il futuro scenario politico nel paese nordafricano: il rais potrebbe accettare di lasciare il potere e “scomparire dalla scena pubblica“, riparando in un luogo sicuro dove non verrebbe perseguito come criminale di guerra. Un compromesso che comunque farebbe discutere buona parte della comunità internazionale.
Frattini ha fatto sapere che uomini del regime vorrebbero “trovare un luogo dove, in modo decoroso, Gheddafi si possa ritirare e sparire per sempre dalla scena politica”. Il ministro ha poi aggiunto: “La comunità internazionale sta lavorando con l’Onu affinché si trovi una via d’uscita politica che tolga di scena il dittatore e la sua famiglia e permetta la costituzione immediata di un governo di riconciliazione nazionale dove esponenti di Tripoli sarebbero già stati individuati”.
Nel futuro della Libia ci sarebbe un governo che rappresenterebbe non soltanto Bengasi ma l’intero paese, fattore questo di cui beneficerà la stessa Italia in termini di maggiore controllo sulle coste nordafricane e di conseguenza riduzione degli sbarchi di immigrati nel nostro territorio: “Il presidente del Cnt libico ha già detto sia al presidente Napolitano che al presidente Berlusconi che, nel momento in cui assumessero il governo dell’intera Libia, anche del porto di Tripoli e Zuwara, gli sbarchi saranno bloccati“.

Simone Olivelli