La sconfitta col Palermo in casa e la vittoria del Lecce nel derby pugliese manda la Sampdoria in Serie B: l’ultima retrocessione era del 1999, anno in cui il Milan vinse lo scudetto e l’Inter cambiò tre allenatori. Molte analogie con questo campionato, che termina nei peggiori dei modi per la squadra doriana: dalla Champions Leagua alla Serie B, un percorso inaspettato che porta la Sampdoria da Brema, dove sfidò il Werder Brema, a Nocera Inferiore in provincia di Salerno, dove la società di Garrone sfiderà la Nocerina, neo promossa nel campionato cadetto.
Sampdoria arrembante – La Sampdoria inizia forte cercando subito il goal del vantaggio: nei primi 15 minuti Tissone due volte cerca il goal, prima su un rimpallo favorevole e poi su un bel tiro dalla distanza che finisce poco fuori dal palo. Al 30′ però Nicola Pozzi riesce a trovare il goal per la Sampdoria: l’assistente Manganelli, però, vede un fuorigioco inesistente e consiglia all’arbitro di annullare la rete. Torto pesantissimo per i padroni di casa che si gettano in avanti con più cattiveria. La voglia di strafare però porta la Samp a subire al 45′ è Miccoli a colpire, in una delle poche azioni del Palermo: diagonale preciso e angolato, con Laczko che si dimentica totalmente della marcatura, e 1 a 0.
Biabiany in goal, ma è B – Si torna in campo e dopo appena 5 minuti la Sampdoria trova il pareggio con Biabiany, primo goal in campionato per il francese. Palla in area e l’ex dell’Inter e del Parma di testa, inusualmente, riesce a superare Benussi che quasi si lascia scappare la palla dalle mani: dubbia carica sul portiere, ma per l’arbitro è tutto regolare. 1 a 1. Dopo dieci minuti ci riprova Guberti che però trova Benussi pronto alla deviazione. Al 70′ arriva il goal del raddoppio per la Sampdoria con Pozzi, che però si vede annullare nuovamente il goal, stavolta davvero irregolare per fuorigioco. Intanto arriva il risultato del Lecce in vantaggio per 2 a 0 sul Bari e la squadra di Cavasin si rovescia all’attacco permettendo il contropiede al Palermo: 86′ e Pinilla si trova dinanzi a Da Costa libero di colpire per il 2 a 1. Partita chiusa. Palombo va a piangere sotto la curva, chiede scusa ai tifosi, e, infine, Cassano aveva ragione.
Mario Petillo